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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Cipriano d'Aversa

Imprenditrice a sua insaputa per i permessi di soggiorni: "Cercavo solo un lavoro"

Il retroscena emerso dall'inchiesta sulla falsa documentazione per i permessi di soggiorno

Una donna di Capua risulta imprenditrice senza sapere di esserlo. Emerge dall'inchiesta sulla documentazione falsa per i permessi di soggiorno ai migranti. Tra i documenti finiti sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti anche alcuni attestati di lavoro. Dalle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, infatti, molti sarebbero stati assunti da società 'fantasma'.

E' il mese di ottobre del 2019 quando i carabinieri eseguono una perquisizione a casa di Pietro Di Dona, di San Cipriano d'Aversa, ritenuto il capo dell'organizzazione dedita a fornire documenti agli stranieri. Vengono sequestrati documenti d'identità tra cui quelli della donna capuana che risulta tra gli imprenditori che avrebbero assunto i migranti.

Sentita dai carabinieri, però, la donna chiarisce: "Ha acquisito copie dei miei documenti personali per procurarmi un lavoro. Poiché versavo in pessime condizioni economiche. Mi ha fatto firmare della documentazione che a suo dire era indispensabile per essere assunta in una fabbrica che trattava la produzione di formaggi".  Di Dona, secondo quanto denunciato dalla donna, le avrebbe fatto aprire anche un conto corrente alla Cariparma su cui vengono versati assegni risultati clonati (fatti per cui la donna venne anche indagata). 

Dai controlli incrociati sulla documentazione rinvenuta nel pc del presunto commercialista Giuseppe Ciervo, anche lui arrestato, emergono ricevute di versamento in cui la malcapitata risulta datrice di lavoro di alcuni cittadini extracomunitari. Non solo le buste paga, ma anche i versamenti all'Inps come datrice di lavoro. 

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