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Cronaca

Imprenditore paga tangenti ed il prefetto gli revoca il porto d’armi

Ha presentato anche ricorso al Consiglio di Stato

Ha pagato tangenti per un appalto pubblico e, soprattutto, non ha collaborato quando gli inquirenti gli hanno chiesto spiegazioni. Per questo motivo un imprenditore casertano si è visto negare il permetto di detenere armi, munizioni e materiale esplodente dalla Prefettura di Caserta. L’imprenditore casertano ha presentato anche un doppio ricorso (prima al Tar Campana, poi al Consiglio di Stato) ma i giudici non hanno modificato la decisione. Basandola, appunto, sulla “mancata affidabilità” dell’uomo che è stato vittima di una estorsione per un appalto pubblico ottenuto in provincia di Avellino con la sua azienda per il quale è stato ascoltato dagli inquirenti. “Gli organi di polizia, nonché il Questore di Caserta - si legge nella sentenza della Terza Sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Luigi Maruotti - hanno evidenziato come da tali dichiarazioni non veritiere si possa desumere la mancata affidabilità dell’interessato, e dunque sussistano i presupposti per l’emanazione del divieto”.

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