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Cronaca Cesa

Mozione di sfiducia illegittima, ecco i retroscena 'pre-Consiglio'

I 5 Stelle hanno chiesto l'annullamento prima del voto

Svelato l’arcano: la mozione di sfiducia non poteva essere presentata con solamente 4 firme e quindi sarebbe stata ‘illegittima’. Ecco perché il Movimento Cinque Stelle di Cesa stamattina ha inviato una diffida al Prefetto di Caserta per annullare il consiglio comunale che aveva come punto ‘saliente’ all’ordine del giorno proprio la sfiducia al sindaco Enzo Guida, nei giorni scorsi finito al centro di una bufera giudiziaria.

Per spiegare al meglio la vicenda bisogna andare con ordine: il primo cittadino viene indagato per atti persecutori nei confronti della ex moglie e pochi giorni dopo i carabinieri di Cesa si recano in Municipio per controllare i pc proprio della stanza del sindaco Guida. Qualche giorno dopo ‘blitz’ anche a casa di Erika Alma, compagna del primo cittadino e consigliere comunale di maggioranza, per verificare la presenza di elementi importanti per le indagini. Alma quindi decide di dimettersi ‘per motivi lavorativi’ ma è chiaro che la sfera personale entra, e non poco, in questo addio al consiglio comunale.

Quindi l’opposizione (formata da 4 consiglieri e cioè Bencivenga, Bortone, Ferrante ed Alma, 2 a testa rispettivamente del Movimento Cinque Stelle e di Cesa C’è) prova a cavalcare l’onda e quindi presenta questa mozione di sfiducia nei confronti di Guida chiedendo di “lasciare la poltrona”. Quindi l’argomento finisce all’ordine del giorno del consiglio comunale e qualche giorno fa ecco la riunione dei capigruppo: il presidente del consiglio comunale Domenico Mangiacapra sostiene, alla presenza degli altri capigruppo, di sostenere la mozione di sfiducia. Quindi l’opposizione ‘spera’ nella quinta firma perché il documento altrimenti non sarebbe valido.

A confermare questo arriva anche la nota firmata dal Segretario comunale Valeria Baraldi che sostiene che la legge prevede “la sottoscrizione di almeno due quinti dei consiglieri senza computare a tal fine il sindaco. Nel caso di specie, pertanto, sarebbero necessarie almeno cinque sottoscrizioni per la votazione della mozione in consiglio comunale”. Ma ecco il ‘colpo di scena’: Domenico Mangiacapra non firma la mozione sottolineando solamente la sua ‘sottoscrizione formale’. Quindi i numeri non ci sono, e i grillini ripiegano sulla mancata pubblicità al consiglio comunale chiedendo l’annullamento dell’Assise. Che, a onore del vero, veramente non c’è stata perché la documentazione non è stata pubblicata sull’albo pretorio né tantomeno è stata inviata, via Pec, ai consiglieri comunali. Nel mentre scriviamo la maggioranza consiliare, compreso il sindaco Guida, è entrata in consiglio comunale con ben 45 minuti di ritardo…

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