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Cronaca Maddaloni

Vincono 500mila euro col 'Gratta&Vinci' ma la loro amicizia finisce in tribunale

Una ragazza ha denunciato i tre amici: la Cassazione accoglie il ricorso

Un gratta e vinci da mezzo milione di euro è la causa della discordia tra una donna di Latina ed una famiglia originaria di Maddaloni. Sul caso si è espressa la Cassazione che ha accolto il ricorso della parte offesa, Serena N., 29 anni di Latina, che aveva impugnato la sentenza di assoluzione, pronunciata dalla Corte d'Appello di Roma, nei confronti di Andrea A., 55 anni di Maddaloni, Marzia C., 53 anni di Latina, e Alessia A., 30 anni di Latina.

I tre erano finiti sotto processo per appropriazione indebita in quanto si erano rifiutati di dare la quota spettante alla giovane del basso Lazio. Per i giudici sussiste "l'illogicità della motivazione in ordine alla valutazione della assenza del riconoscimento dell'elemento soggettivo dell'appropriazione indebita. Il giudice di primo grado riteneva infatti accertata la volontà degli imputati di non volere corrispondere la metà della vincita: in tale prima decisione il fulcro della condotta appropriativa non era stato individuato nella riscossione della vincita, ma nella successiva mancata corresponsione della somma pretesa dalla Nardoni. Diversamente il giudice d'appello rilevava come la percezione del denaro non potesse considerarsi illecito in quanto la vittima (ritenendo erroneamente che la vincita ammontasse a 500 euro piuttosto che a 500.000 euro) non aveva chiesto la sua quota immediatamente, ma solo qualche ora dopo la sua effettiva riscossione. Riconosciuta la contitolarità del biglietto, la condotta appropriativa doveva essere identificata non nell'atto della riscossione della somma, che si assume essere stata effettuata in buona fede, ma nella successiva mancata corresponsione della somma".

Per questo i giudici hanno annullato la sentenza e rinviato dinanzi al giudice civile d'Appello la contesa.

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