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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Giustizia lumaca: duemila detenuti in attesa di giudizio

Carenza di magistrati nei tribunali: "A Napoli Nord situazione scandalosa". Aumentano i roghi di rifiuti, preoccupano le collusioni tra società civile e camorra

Duemila detenuti in attesa di giudizio. E' il dato forse più preoccupante, nei giorni della polemica a distanza tra Marco Travaglio e Gaia Tortora, che vien fuori dalla conferenza stampa della Corte d'Appello di Napoli - nel cui distretto rientrano anche il tribunale di Santa Maria Capua Vetere e quello di Napoli Nord - alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.

LA CARENZA DI MAGISTRATI

A rivelarlo è stato il presidente della corte partenopea Giuseppe de Carolis di Prossedi che ha sottolineato come circa un terzo dei 6mila detenuti complessivi in Campania sia in attesa di giudizio. "Un segnale di recupero rispetto sul pesante arretrato accumulato negli anni scorsi - ha detto il presidente della Corte d'Appello di Napoli, Giuseppe de Carolis di Prossedi - ma resta il collo di bottiglia determinato dalla carenza di magistrati". Almeno 16 in meno rispetto ad un organico già sottodimensionato, secondo de Carolis di Prossedi. "É addirittura scandalosa - ha detto il procuratore generale presso la Corte d'Appello, Luigi Riello - la situazione del Tribunale di Napoli Nord in un'area a forte densità criminale". 

LA TERRA DEI FUOCHI

Per quanto concerne i reati ambientali, invece, torna a bruciare la Terra dei Fuochi con i roghi che sono incrementati: da 205 a 258. “L’attenzione sulle discariche abusive e sull’ambiente è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni – ha detto il procuratore generale, Luigi Riello – E’ una priorità. Nel terriorio di Napoli Nord, per esempio, vi è un picco di malattie tumorali collegato, secondo ricerche dell’istituto superiore di sanità, proprio ai rifiuti tossici e a questi fenomeni estremamente gravi che noi dobbiamo attenzionare sempre di più perché è intollerabile che muoiano bambini e persone”.

LA SOCIETA' CIVILE FA AFFARI CON LA CAMORRA

Tra i fenomeni più preoccupanti quello delle "collusioni tra quella parte di società civile che ufficialmente condanna la criminalità organizzata, ma fa affari con essa".

LOTTA AI CLAN

"C'è una diminuzione dei reati, ma c'è un aumento delle denunce (da 27 a 53) per associazione di stampo camorristico in provincia di Napoli e di Caserta - ha detto il procuratore generale, Luigi Riello - Leggo con soddisfazione la positività dei dati, ma so che c'è una parte sommersa di criminalità che è quella relativa al mare in cui naviga la camorra cioè quello degli affari, del mercato. Gli omicidi sono di meno così come i tentati omicidi, ma abbiamo il sospetto che vi sia una pax mafiosa e che si spari di meno perché si ingrassa di più su affari, intersecandosi con il mondo dell'impresa e delle professioni, ambienti insospettabili. Questo è un dato preoccupante ed è la frontiera sulla quale già stiamo lavorando, ma su cui dobbiamo lavorare sempre di più".

Tra luglio 2018 e giugno 2019 sono state emesse 143 ordinanze per oltre 1000 indagati, ed è stato disposto un sequestro da oltre 200 milioni, ma nonostante questo "la percezione di insicurezza dei cittadini non sembra diminuire". "La diminuzione complessiva dei reati più gravi non deve, tuttavia, far abbassare l'allarme rispetto alla criminalità organizzata, un fenomeno che rimane grave e diffuso", ha concluso Riello

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