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Cronaca Francolise

Il giudice lo manda ai domiciliari: in carcere da 8 giorni in attesa del braccialetto

L'odissea di un imprenditore accusato dalla ex compagna di stalking

Il giudice lo spedisce ai domiciliari ma è in carcere da 8 giorni perchè manca il braccialetto elettronico. E' una vicenda paradossale quella che ha come protagonista V.N., imprenditore 40enne di Francolise, sotto processo per stalking nei confronti della ex, una donna di Vairano, e detenuto in seguito ad un aggravamento della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

Lo scorso 8 ottobre il giudice D'Angelo, dinanzi al quale si sta celebrando il processo, aveva disposto la sostituzione della misura detentiva in carcere con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari presso la casa del padre. Ma dopo 4 mesi di carcere l'incubo per l'imprenditore sembra non essere finito.

Dal Dap, infatti, non arriva il via libera per dargli il braccialetto elettronico, il cui noleggio costa circa 115 euro al giorno a spese dell'amministrazione penitenziaria. Il suo legale, l'avvocato Salvatore Piccolo, in queste ore sta preparando una nuova istanza al giudice per consentire al suo assistito di trascorrere l'attesa dell'agognato dispositivo agli arresti domiciliari.

Intanto stamattina in tribunale si è celebrata una nuova udienza del processo. Il giudice ha rigettato la richiesta del difensore che aveva eccepito la nullità del capo d'imputazione (non sarebbero contestati proprio gli episodi alla base dell'aggravamento della misura cautelare). Il processo è stato aggiornato alla prossima settimana quando in aula dovrà testimoniare proprio la donna vittima delle presunte condotte persecutorie.

Secondo l'accusa l'uomo avrebbe vessato la compagna di continuo, con condotte violente ed offensive, anche davanti ai figli minorenni della donna avuti da un precedente matrimonio. Inoltre, secondo quanto denunciato dopo la fine della loro relazione, la vittima, che si è costituita parte civile con l'avvocato Carmen Caldarelli, sarebbe stata offesa per avergli negato rapporti sessuali durante la gravidanza. 

In un primo momento era stato colpito dal divieto di avvicinamento alla vittima ma dopo due episodi, denunciati dalla vittima, avvenuti a giugno, per lui si erano aperte le porte del carcere.

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