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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

Condannato a 10 anni di carcere il genero del capoclan pentito

Era 'scappato' dalla località protetta per commettere un'estorsione

Estorsioni alla ditta di onoranze funebri dalla località protetta. Per questo motivo Giuseppe Alberico, genero del boss Salvatore Belforte, è stato condannato a 10 anni di reclusione. La sentenza è stata pronunciata mercoledì pomeriggio dal collegio presieduto dal giudice Giovanni Caparco del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Accolte le richieste del pm della Dda Luigi Landolfi che è riuscito a dimostrare come Alberico, nonostante sarebbe dovuto essere in località protetta a Voghera dopo il pentimento di Salvatore Belforte, a cui poi è stato revocato lo status di collaboratore di giustizia, si sia recato più volte, nella primavera del 2016, a Marcianise.

Il motivo di quelle visite, secondo quanto ricostruito dalla Dda, era legato alle richieste estorsive nei confronti dei due titolari di una ditta di onoranze funebri. E la minaccia per farsi dare somme di denaro era rappresentata dallo spauracchio che il boss "pentito" avrebbe fatto il loro nome. Le incursioni marcianisane di Alberico e sua moglie, Gelsomina Belforte, sono state ricostruite grazie alle analisi dei tabulati delle celle telefoniche presenti sul territorio a cui i cellulari man mano si agganciavano. E così si è riuscita a dimostrare la presenza dei due, non autorizzata, nella zona di Marcianise.

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