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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Furti di opere d'arte in chiese e palazzi storici: 27 indagati. Rubate anche le ossa di un santo

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha notificato la chiusura delle indagini preliminari ed ora si prepara a chiedere il giudizio

Hanno rubato quadri, candelabri preziosi ed anche le ossa e le reliquie di Sant'Erasmo dall'omonima chiesa di Gaeta. Ventisette persone sono indagate per furto e ricettazione di opere d'arte da chiese e palazzi storici in varie città d'Italia. 

I nomi

Nel corso della serata di ieri i carabinieri hanno notificato il provvedimento di chiusura delle indagini preliminari emesso dal pubblico ministero Daniela Pannone della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Sotto indagine sono finiti Ernesto De Mitri, 33enne di Aversa; Luciano Rampone, 41enne di Santa Maria Capua Vetere; Giuseppe Carrano, 56enne di Vico Equense; Ugo Di Napoli, 49enne di Arzano; Alessandro D'Angelo, di Arzano; Raffaella Galoppo, 90 anni di Arzano; Maria Luisa Russo, 47enne di Arzano; Giuseppe Di Lorenzo, 58enne di Santa Maria la Carità; Michele Guastaferro, 50enne di Sant'Agnello; Ettore Giovine, 77enne di Napoli; Vincenzo Izzo, 43enne di Castellammare di Stabia; Giosuè Scarpati, 56enne di Piano di Sorrento; Giuseppe Vollaro, 51enne di Casoria; Salvatore Scognamiglio, 44enne di Ercolano; Giuseppe Sannino, 46enne di Ercolano; Massimo Esposito, 71enne di Sorrento; Giovanni Claudio Giuliano Formisano, 79enne di Portici; Diego Apuzzo, 51enne di Afragola; Michele Capasso, 53enne di Crispano; Stefano Maisto, 27enne di Arzano; Fioravanti Massaro, 43enne di Afragola; Raffaele Silvestri, 58enne di Casoria; Angelo Tarallo, 57enne di Gaeta; Giorgio Tarallo, 60enne di Fondi; Emauele Tornincasa, 28enne di Gaeta; Mariano Tuppo, 39enne di Afragola; Gianni Saviano, 76enne di Frattamaggiore. 

La struttura della banda

Secondo l'accusa, ci sarebbe stata un'associazione a delinquere, attiva dal febbraio 2017, finalizzata al furto ed alla ricettazione di opere d'arte da chiese e palazzi storici. A capo ci sarebbero stati Ugo Di Napoli, Giuseppe Carrano e Alessandro D'Angelo che avrebbero organizzato la pianificazione dei colpi e la gestione della successiva attività illecita. Gli altri avrebbero partecipato per mettere a segno i furti o ricettare le opere. 

Dalle ossa del santo ai furti nel casertano

Almeno 61 le persone offese che hanno denunciato i raid subiti. Tra i colpi quello del maggio 2017 alla chiesa di Sant'Erasmo di Gaeta dove vennero asportati una teca contenente la reliquia del santo e un reliquario con le ossa di Sant'Erasmo. Diversi i furti messi a segno nel casertano. Nell'aprile 2017 a Palazzo Mazzocchi a Santa Maria Capua Vetere da dove vennero portate via 4 porte con cornici in legno dorato, una tela posta a decorazione del soffitto e l'opera "Madonna con le mani giunte". E ancora. Furti si sono registrati anche a Sessa Aurunca, tra cui 9 putti del '700 rubati nella chiesa di Sant'Eustacchio, ed Orta di Atella, dove vennero rubate 5 biciclette, 1 televisore ed un lettore Dvd.

Le opere ricettate

Tra le imputazioni figurano anche la ricettazione di un reliquario rubato dalla chiesa di "Sant'Audeno" ad Aversa, di un ostensorio rubato dall'Istituto Pontificio delle missioni estere di Trentola Ducenta, di un messale romano del '700 rubato nella congrega del "Monte dei morti nella casa santa dell'Annunziata" e due dipinti rubati dal Palazzo Arcivescovile di Capua. La banda sarebbe entrata nella disponibilità anche di opere rubate dalla chiesa di "San Marco Evangelista" a Santa Maria a Vico, tra cui le sculture raffiguranti "Pecora" e "Bue". Nel corso dell'indagine sono state documentate ricettazioni di opere portate via dalle province di Napoli, Latina, Frosinone, Firenze, Bolzano, Roma, Potenza, Avellino, Salerno, Catania e Potenza. 

Gli indagati ora potranno dedurre con memorie difensive. Poi la Procura disporrà l'eventuale giudizio. Tra i difensori impegnati nel procedimento figurano gli avvocati Massimo Caiano, Gerardo Marrocco, Giovanni Petranico, Mario Oliviero, Michele Marano e Giuseppe Ferraro. 

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