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Cronaca Marcianise

Michele Froncillo ammesso alla "libertà condizionale"

Prima la Cassazione ha respinto il ricorso, poi è arrivata una nuova ordinanza del tribunale di sorveglianza

La Cassazione respinge la richiesta di “libertà condizionale” che era stata avanzata da Michele Froncillo, ex boss del clan Belforte di Marcianise, poi diventato collaboratore di giustizia. Froncillo sta finendo di scontare un cumulo di pene a 30 anni di carcere che aveva assorbito diverse condanne per omicidio pluriaggravato, violazioni della legge penale in materia di armi e per estorsione pluriaggravata. Dopo che il tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto l’istanza, gli avvocati hanno presentato ricorso per Cassazione. La liberazione condizionale può essere disposta, per i collaboratori di giustizia, “avuto riguardo all'importanza della collaborazione e sempre che sussista il ravvedimento e non vi siano elementi tali da far ritenere la sussistenza di collegamenti con la criminalità organizzata o eversiva anche in deroga alle vigenti disposizioni, ivi comprese quelle relative ai limiti di pena di cui all'art. 176 del c.p.”. Elementi che sembrano caratterizzare il percorso di Froncillo: lo status di collaboratore di giustizia ammesso al programma definitivo, l'espiazione di gran parte della pena e il sostanziale ravvedimento oltre che l'andamento positivo del percorso di reinserimento sociale. Tanto che la stessa Direzione nazionale antimafia aveva dato parere favorevole. Ma i giudici non sono stati della stessa idea. La prima sezione (presidente Adriano Iasillo), dichiarando il ricorso inammissibile, ha scritto: “Il condannato, nonostante ne avesse avuto la possibilità, non si era in alcun modo speso a favore della collettività; anche in questo caso il ricorso ha richiamato alcune risultanze di opposto tenore, le quali, tuttavia, non sono state nemmeno allegate, di tal che non è possibile in alcun modo apprezzarne la prospettata decivisità".

AGGIORNAMENTO 28 MARZO 2022. In merito alla vicenda di Michele Froncillo, c’è stata ulteriore ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Roma (presidente Luisa Martoni) che ha accolto l’ammissibilità al beneficio della liberazione condizionale, evidenziando come la situazione sia mutata. Questo grazie “all’inserimento nel contesto sociale della famiglia di Froncillo, dell’incontro di missive di persone ad alcuni familiari delle vittime dei delitti commessi; dello svolgimento di attività di beneficenza dal 2013 in poi”. Per i giudici la condotta di Froncillo “si reputa indicativa di sicuro ravvedimento”.

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