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Cronaca Aversa

False fatture, pistole e minacce: "Io i soldi non li regalo"

Spunta una 'gola profonda' che spiega il sistema: "Prelevavo 7500 euro al giorno"

"Io i soldi li vendo, non li regalo". Sono queste le parole di Vincenzo Ferri, 38 anni da Frignano, ritenuto dai militari della Guardia di Finanza di Aversa tra i promotori di una delle due consorterie criminali specializzate nelle frodi attraverso l'emissione di false fatture di cui beneficiavano diverse società. parole proferite con una pistola alla mano per ricevere 120mila euro accreditati su uno dei conti in uso ai "prelevatori" della banda.

Le rivelazioni della 'gola profonda'

A rivelarlo è Tommaso Temperato, 43 anni di Villa di Briano, la gola profonda del gruppo che nel gennaio 2017 presenta una denuncia e nel mese successivo parla con gli organi inquirenti. Temperato, indagato a piede libero, spiega il sistema, come è entrato a far parte dell'organizzazione, sia pure da semplice "prelevatore".

L'imprenditore nel 2014 era in un periodo di difficoltà economica, al punto da non riuscire a pagare "i canoni di locazione del mio appartamento" e "nell'affrontare le spese quotidiane". A quel punto venne avvicinato da Vincenzo Cacciapuoti, 42 anni di Villa di Briano e finito in carcere. Una persona che conosceva "fin dall'infanzia" e di cui sapeva che "si occupava di vendita di autovetture ... Lo vedevo spesso alla guida di autovetture di grossa cilindrata, quali Lamborghini, alcune Porche".

Comunque sia Temperato chiese un prestito da 4700 euro. La risposta arrivò dopo una settimana. A fare da ambasciatore è Salvatore Dell'Imperio, 34 anni di Villa di Briano, cognato di Cacciapuoti e che lavorava per Guglielmo Di Mauro, l'altro capo dei due gruppi criminali. "Mi disse che mi sarei dovuto sdebitare non tanto mediante la restituzione delle somme, ma attraverso un'attività in loro favore". Per questo Temperato attivò una Postepay Evolution "sulla quale sarebbero confluite delle somme. Il mio compito consisteva nel prelevare".

Le somme vennero fatte passare come "guadagni della vendita di auto di Cacciapuoti". E quindi a gennaio 2015 Temperato e Dell'Imperio si recarono alle Poste di Frignano per attivare la Postepay. "Contestualmente Dell'Imperio vi effettuava una ricarica da 10mila euro. nello stesso giorno ci recammo presso diverse altre agenzie di Poste Italiane per effettuare svariati prelievi di denaro, affinchè glielo consegnassi, per la totalità della somma ricaricata".

"Prelevavo 60mila euro a settimana"

Prelievi che vennero effettuati con le medesime modalità anche nei giorni successivi - "nella prima settimana movimentammo una somma di denaro pari a circa 60mila euro". I prelievi continuarono fino a quando non venne raggiunto il limite massimo di movimentazioni (100mila euro) sostenibile da una Postepay Evolution.

A quel punto il sistema per prelevare il denaro cambia: si incassa "tramite assegni circolari vidimati", consegnati da Dell'Imperio, dai Moccia e da Giuseppe Zaccariello, 40enne di Villa di Briano e colpito dall'obbligo di dimora nel comune di residenza. Vengono cambiati assegni per 7500 euro al giorno, per almeno 3 mesi. Un giro d'affari impressionante al punto che lo stesso Temperato accompagnò Caciapuoti a ritirare una Ferrari ad Atri-Pineto. A quel punto, ipotizzando una condotta illecita dietro quel giro di denaro, Temperato si tira indietro.

"Mi mise la pistola nel fianco"

Questo fino ad ottobre del 2015 quando aveva nuovamente bisogno di liquidità. "A questo punto contattai Saverio Di Tella (40enne finito ai domiciliari nda)". A distanza di pochi giorni Temperato viene contattato di nuovo da Cacciapuoti che gli chiese di entrare in società con lui, per venedere auto. Per avviare l'attività servivano soldi, denaro che Vincenzo Ferri era disposto a dare in cambio dell'emissione di una fattura da 50mila euro in suo favore. Soldi che vennero accreditati (almeno per 40mila euro) per poi essere girati con assegni circolari emessi da Temperato in favore di Di Tella e Matteo Dell'Imperio (anch'egli ai domiciliari).

Temperato decide di uscire dalla banda di nuovo ma nel frattempo sul suo conto vengono accreditati altri 120mila euro. "Si presentò presso la mia abitazione Ferri. Scesi in strada e lui mi invitò a salire in auto. Entrato gli dissi che avrei dovuto parlargli e lui, senza darmi la possibilità di parlare, tirò fuori una pistola e me la puntò al fianco. Mentre faceva ciò mi disse 'Tommaso io i soldi li vendo e non li regalo". Quei soldi andavano prelevati e riconsegnati. Non c'era via d'uscita.

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