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Cronaca Maddaloni

"Mio padre in carcere senza medicine. Sono preoccupato per le sue condizioni fisiche"

Michele Pellegrino è il figlio di Antonio: "Dopo un ricovero di 15 giorni in ospedale dovrebbe seguire una cura prima dell'intervento, ma mi ha detto che non v'è sempre disponibilità"

“Mio padre è detenuto in carcere ma non riescono a garantirgli i medicinali di cui avrebbe bisogno e non ci danno neanche la possibilità di farglieli avere”. E’ il grido d’allarme lanciato da Michele Pellegrino, figlio di Antonio, condannato ad 8 anni nell’ambito dell’inchiesta ‘Officina del Crimine’, dei quali ne ha scontati già due.

Ma i familiari ora sono preoccupati dalle condizioni fisiche dell’uomo originario di Maddaloni. “Ad ottobre ha avuto un malore in carcere a Santa Maria Capua Vetere - racconta Michele - Lo vedevamo sempre stanco, dimagrito. Poi a novembre non si è presentato ad un colloquio coi familiari e dopo un po’ abbiamo scoperto che si era sentito nuovamente male. E’ stato ricoverato per 15 giorni all’ospedale di Sessa Aurunca, dove i medici gli hanno prescritto una cura che dovrebbe seguire prima di essere sottoposto ad un intervento. Pochi giorni fa, però, durante un nuovo incontro in carcere ho notato che aveva le gambe molto gonfie e mio padre mi ha detto che non sempre gli venivano garantite le medicine”.

Michele, a questo punto, decide di comprarle e di fargliele avere: “Ma in carcere non le hanno fatte entrare ed ora sono seriamente preoccupato delle condizioni in cui versa mio padre. Vorrei solamente che gli venisse garantito il diritto a curarsi nel migliore dei modi, evitando che la sua situazione fisica peggiori ancora di più”.

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