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Cronaca Casal di Principe

Bidognetti jr. revoca gli avvocati ed accusa suo fratello Aniello e Setola

Il processo per il duplice omicidio nella faida di camorra. Il figlio pentito del capoclan: "Voglio continuare a collaborare con la giustizia"

Raffaele Bidognetti, figlio pentito del capoclan Francesco Cicciotto 'e Mezzanotte, revoca i difensori di fiducia ed accusa suo fratello Aniello e Giuseppe Setola per il duplice omicidio di Nicola Baldascini, figlio di Vittorio detto 'o Jack, e di Antonio Pompa, avvenuto nell'ambito della faida tra il gruppo Bidognetti e quello degli scissionisti guidato da Salvatore Cantiello, alias Carusiello.

Stamattina Bidognetti si è presentato in collegamento in videoconferenza con la corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere per deporre al processo che vede come unico imputato proprio Giuseppe Setola (la compagna del capoclan, Anna Carrino, è stata già giudicata).

Bidognetti jr ha confermato quanto ha dichiarato agli inquirenti, spiegando il clima in cui avvenne l'omicidio: "L'omicidio, che si colloca nella faida, ha un antefatto consistito in un litigio tra me e Nicola Baldascini. Conoscevo Baldascini come persona vicina a Luigi Diana che, dopo essere stato a lungo vicino a mio padre, si era allontanato e si era avvicinato agli Schiavone: era uno scissionista. Ricordo che mi trovavo a Casal di Principe ed ero appena uscito dal sarto quando fui avvicinato da Baldascini che, in modo arrogante, si rivolse a me dicendo che non dovevo parlare male di Luigi Diana. Io gli risposi che non sapevo nulla. Decisi di vendicarmi e mi armai di un fucile a pompa e il giorno dopo del litigio mi portai presso l'abitazione di Nicola Baldascini ed esplosi un colpo verso di essa. Baldascini rispose esplodendo contro di me con un Uzi. Nessuno rimase ferito". 

Nelle sue dichiarazioni Raffaele Bidognetti ha tirato in ballo anche suo fratello Aniello con il quale "ho svolto il ruolo di organizzatore" del duplice delitto. Solo stamattina ha aggiunto un nuovo dettaglio: tra gli organizzatori dell'omicidio e gli esecutori materiali ci sarebbe stato anche Setola, in un primo momento non accusato dal figlio del capoclan che ha iniziato a collaborare con la giustizia. 

Prima di prendere la parola in aula Raffaele Bidognetti ha revocato i suoi difensori (iscritti nell'elenco dei legali dei collaboratori di giustizia) nominandone altri due. Una mossa che ha spiazzato tutti anche se poi il figlio del capoclan ha confermato al pm la sua volontà di proseguire il suo percorso di collaborazione con la giustizia. Il processo riprenderà all'inizio di aprile quando sono in programma le discussioni del pm della Dda e del difensore di Setola, l'avvocato Paolo Di Furia.

Il duplice omicidio, avvenuto nell'ottobre del 1997 a Casal di Principe, fu decretato in carcere dal boss Francesco Bidognetti, alias Cicciotto 'e Mezzanotte. Secondo la ricostruzione della Dda il capoclan diede ordine di uccidere da dietro le sbarre, durante un colloquio con la sua compagna Anna Carrino. Fu la donna a farsi portavoce dell'ordine con Giuseppe Setola che eseguì l'omicidio sparando i due con una pistola 9X21. Il movente del duplice delitto di camorra è da ricercarsi nell'appartenenza di Baldascini al gruppo Cantiello - Tavoletta, che aveva promosso una scissione all'interno del clan Bidognetti. L'omicidio, infatti, maturò dopo che dalla fazione rivale venne posto in essere un attentato nei confronti dello stesso Setola e di Aniello Bidognetti.


 

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