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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

40 INDAGATI Falsi invalidi: un avvocato a capo della banda

La maxi inchiesta della Procura anticipata nei giorni scorsi da Casertanews. Quattro medici e un funzionario Inps infedele favorire per le pratiche. Indagato anche poliziotto

Avvocati, medici ed anche un dipendente del Comune del Capoluogo sono al centro di un'inchiesta della Guardia di Finanza di Caserta su una maxi truffa ai danni dell'Inps per ottenere le invalidità civili. Sono 40 gli avvisi di garanzia notificati stamattina su ordine della Procura della Repubblica.

L'inchiesta, come anticipato da Casertanews nei giorni scorsi, ha permesso di individuare una vera e propria associazione a delinquere che faceva ottenere assegni e pensioni di invalidità ed indennità di accompagnamento non dovute anche grazie all'utilizzo di falsi certificati ottenuti da medici compiacenti. 

Nove gli indagati accusati di associazione a delinquere ed ognuno aveva un proprio ruolo nel sodalizio dedito alla truffa dell'istituto di previdenza. Tra questi un avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere, Andrea Isernia, di 59 anni, ritenuto dalla Procura il promotore ed organizzatore del sistema truffaldino che gestiva, direttamente o indirettamente, le pratiche per il riconoscimento dell'invalidità civile, pretendendo, in caso di esito favorevole, il 40-50% delle somme liquidate giudiziariamente.

Altre figure apicali del gruppo erano il titolare di un patronato di Casapulla ed un dipendente del Comune di Caserta: entrambi avevano il compito di "reclutare" potenziali clienti. Addirittura l'impiegato comunale, approfittando della propria funzione pubblica, faceva sapere ai suoi "compagni di merenda" le informazioni anagrafiche di cui veniva in possesso nel corso delle sue mansioni. 

Nel sodalizio non poteva mancare un funzionario dell'Inps che, di fatto, era un collaboratore dello studio dell'avvocato. In cambio di informazioni riservate il dipendente dell'istituto di Previdenza Sociale riceveva uno stipendio fisso mensile dal legale. C'era, poi' un altro collaboratore dello studio professionale delegato al rapporto con medici "compiacenti". I camici bianchi erano 4, di cui un cardiologo e un neurologo in servizio all'ospedale di Caserta, un geriatra ed un neurologo in servizio nei poliambulatori di Piedimonte e Caiazzo: tutti, secondo quanto riferice la Procura, avrebbero ricevuto somme tra i 150 e i 250 euro per certificare false patologie.

Secondo quanto emerso dalle indagini il sistema era ben oliato. Il funzionario Inps, delegato proprio al contenzioso giudiziario, preparava i ricorsi contro il suo stesso Ente di appartenenza. Ricorsi che venivano prodotti in giudizio dall'avvocato. In questo momento entravano in gioco i medici che attestavano patologie inesistenti necessario a far risultare un grado di invalidità idoneo a percepire il denaro. In questo modo i giudici del Lavoro che valutavano il contenzioso venivano tratti in errore disponendo somme di denaro ai ricorrenti, a titolo di arretrati e di indennità di accompagnamento. Almeno 27 le truffe consumate, per gli inquirenti.

I falsi invalidi scoperti dalla finanza

Nel corso delle indagini sono emerse altre condotte delittuose come un falso certificato fornito da uno dei medici al dipendente comunale per assentarsi da lavoro o quello di un agente della sezione Polizia Giudiziaria della Procura di Santa Maria Capua Vetere che si informava su eventuali attività d'indagine a carico del sodalizio per il certificato di invalidità della moglie. 

Dagli accertamenti tributari a carico dell'avvocato, inoltre, è emerso anche l'utilizzo di false fatture per gli anni dal 2011 al 2014, oltre all'indebito utilizzo di un timbro del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. 

Infine, va detto, che nel corso dei pedinamenti delle persone destinatarie delle misure di sostegno erogate dall'Inps (per i quali era stata certificata anche la non autonomia per gravi patologie), i "disabili" facevano tutto nella più assoluta autonomia dalla spesa al guidare l'auto. Miracolo!

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