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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Estorsioni sulle case in parrocchia: "Don Giuseppe ci ha lasciato al freddo per Capodanno"

Il racconto di una delle vittime nel corso del processo a carico del sacerdote

"È venuto lì ci ha minacciato di pagare e poi si è avvicinato al contatore e lo ha staccato. Io ho girato un video dallo spioncino del portone, era lui vestito di nero che staccava la corrente. Ci ha lasciati al freddo la notte di Capodanno". È il racconto di una delle componenti delle famiglie marocchine vittime delle presunte estorsioni di cui è accusato don Giuseppe Giuliano, 60enne di Cimitile ed ex parroco della Parrocchia di San Biagio a Limatola, finito sotto processo insieme al suo collaboratore Mario Caserta, 53enne di Limatola per estorsione, tentata estorsione e furto di energia elettrica. Tra le vittime c'è anche una coppia di Caserta.

Dinanzi al collegio della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Benevento, presieduto dal giudice Daniela Fallarino, è stata escussa una donna marocchina che alloggiava in uno degli appartamenti della parrocchia di San Biagio affittati 'in nero' per 200 euro oltre le spese di luce e gas. L'ex parroco di Limatola si premuniva di fare sottoscrivere agli ospitanti (2 famiglie marocchine, una casertana, un cittadino di Limatola ed uno rumeno) un contratto di comodato d'uso gratuito dove veniva richiesto il pagamento delle spese di luce e gas. Allorquando gli 'inquilini abusivi' si mostravano morosi il parroco tra minacce varie intimava loro lo 'sfratto' o staccava i contatori per costringerli a lasciare gli appartamenti. Un simile episodio si verificò il 31 dicembre 2013 ai danni di una delle due famiglie marocchine che a seguito del distacco delle forniture ebbe notevoli disagi.

La vicenda che vede coinvolto Don Giuliano, che è stato poi allontanato dalla parrocchia di San Biagio, si ebbe nel 2014 quando la guardia di finanza di Benevento si recò presso le sale parrocchiali per delle perquisizioni contestando al parroco non solo i reati per i quali è finito sotto processo ma anche una sproporzione tra i redditi dichiarati con quelli effettivamente percepiti. Le fiamme gialle infatti procedettero al sequestro preventivo di beni per un valore di circa un milione di euro tra conti correnti e beni tra cui 12 auto di cui 7 d'epoca ed un mega villa a Cimitile nelle disponibilità del parroco.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Don Giuseppe Giuliano avrebbe costretto gli 'ospiti' degli appartamenti della parrocchia, perlopiù persone indigenti, a corrispondere 200/230 euro al mese “come canone non dovuto per altrettanti appartamenti di proprietà della parrocchia”, in quanto “concessi in virtù di comodato d'uso gratuito (che richiedeva unicamente il pagamento delle spese per energia elettrica e gas da parte del comodatario)”. In caso di mancato pagamento entro la prima settimana del mese, il sacerdote provvedeva con “l'interruzione delle forniture, avendo la disponibilità di accesso e di controllo ai contatori intestati alla parrocchia”. Inoltre, dopo le dichiarazioni di alcuni membri delle famiglie al programma Le Iene, avrebbe “intimato agli stessi di sottoscrivere un documento in cui smentivano quanto riferito”. Di fronte al rifiuto, avrebbe poi proceduto al distacco dell'energia elettrica il 31 dicembre del 2013.

Dalla famiglia casertana l'ex parroco avrebbe preteso la corresponsione di 700 euro mensili come canone per la gestione del campetto di calcio e del circolo annesso di proprietà della Parrocchia di San Biagio di Limatola e per un appartamento ad uso abitativo: somme non dovute in quanto concessi in virtù di comodato d'uso gratuito che richiedeva unicamente il pagamento delle spese per energia elettrica e gas. Don Giuliano avrebbe costretto il capofamiglia casertano con minacce implicite e violenza al pagamento di una somma in contanti di 200 euro, per un totale di 1.200 euro, per ogni rassegna teatrale da lui organizzata nel periodo tra febbraio e maggio 2013 presso il teatro parrocchiale. A seguito del rifiuto di pagare dei soldi in merito ad una festa organizzata presso il campetto di calcio, l'ex parroco lo avrebbe minacciato ed avrebbe proceduto al distacco dell'energia elettrica e della fornitura idrica, avendo l'imputato la disponibilità di accesso e di controllo ai contatori, impedendo anche l'accesso al cortile posteriore della chiesa dove erano posizionati i distributori automatici riguardanti l'attività commerciale del gestore dei campetti chiudendo i cancelli di ingresso al campo mediante catene e lucchetto.

In una tentata estorsione viene tirato in ballo Mario Caserta, che avrebbe minacciato ("Mi devi dare i soldi, devi dare i soldi al prete, tu e il tuo amico, tu 2.000 euro e il tuo amico 900 per la corrente che non avete pagato”) un componente di una famiglia marocchina  al quale Don Giuliano avrebbe intimato indebitamente il pagamento di 550 euro  per l'installazione di nuovi contatori oltre a 2.000 euro per debiti, a suo dire, non sanati.

A carico di Don Giuseppe Giuliano anche un'imputazione per furto di energia elettrica: avrebbe realizzato gli allacci elettrici utilizzando un cavo collegato al palo dell'illuminazione pubblica confinante al muro di cinta della parrocchia il quale attraversando il muro entrava in una scatoletta che riforniva una parte un faro che illuminava la chiesa, un'altra il campanile ed una terza che finiva nella gabbietta del contatore di una delle famiglie di migranti. Si torna in aula nel mese di marzo per l'escussione di ulteriori parti offese. Nel collegio difensivo sono impegnati gli  Marco Argirò e Giuseppe Dessì.

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