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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Cipriano d'Aversa

Pizzo con le tessere del "Club Napoli": due condannati

Quattro anni per Pistone e Gravante. La tangente per "gli amici di Casale" mascherata dalla fede sportiva

I soldi del pizzo mascherati con le tessere per il "Napoli Club". Era questo il sistema escogitato da Cipriano Gravante, 47enne di Casal di Principe, e Sebastiano Pistone, 29enne di Capua, condannati in via definitiva alla pena di 4 anni ciascuno per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

E proprio sul metodo mafioso che i due imputati avevano presentato ricorso in Cassazione ma la Suprema Corte ha rigettato l'istanza. I due infatti si presentarono da un imprenditore di San Tammaro per chiedere la tangente per "gli amici di Casale" e pretendendo, dunque, "un contributo per le famiglie dei carcerati".

"Va detto subito che secondo consolidata giurisprudenza della circostanza aggravante del cosiddetto metodo mafioso è configurabile anche a carico di un soggetto che non faccia parte di un'associazione di tipo mafioso, ma ponga in essere nella commissione del fatto a lui addebitato, un comportamento minaccioso tale da richiamare alla mente ed alla sensibilità del soggetto passivo quello comunemente ritenuto proprio di chi appartenga ad un sodalizio del genere anzidetto come è tipicamente il caso della richiesta di denaro finalizzata all'aiuto economico ad un detenuto", scrivono i giudici della seconda sezione penale presieduta dal giudice Domenico Gallo nella loro sentenza.

Interessante il metodo per giustificare la richiesta di denaro. La richiesta veniva mascherata dietro una quota di iscrizione ad un presunto “club di tifosi del Napoli” al fine di sviare eventuali sospetti ed imponendo all’imprenditore di trovare 100 aspiranti soci che versassero una quota di 10 euro ciascuno.

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