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Cronaca Cesa

6 ARRESTI Il pizzo al macellaio: "Stiamo senza soldi, prenditi due regalini per Natale"

Ad incastrare la banda il racconto del pentito Scarano, che ha permesso l'arresto del fratello Luca

“Ciro stiamo senza soldi, prenditi due regalini per Natale”. Si rivolgeva così Luca Scarano nei confronti Ciro D.C., proprietario di una macelleria di Cesa finito nel mirino delle richieste estorsive del gruppo capitanato da Tammaro Scarano, fratello maggiore di Luca e diventato lo scorso maggio collaboratore di giustizia. Proprio le sue parole hanno portato i carabinieri di Aversa all’arresto di 6 persone questa mattina, tra cui i fratelli Scarano, Santo Riccio, Vincenzo Marino, Carlo Abategiovanni e Aniello Pecovella (questi ultimi due ai domiciliari), per un giro di estorsioni ai commercianti di Cesa.

Il modus operandi

Come emerso dalle indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia la banda, che vedeva in referenti del clan Mazzara i due fratelli Scarano, era solita consumare le richieste estorsive mascherandole da acquisti di gadget pubblicitari a prezzi notevolmente superiori a quelli di mercato o perpetrate sotto forma di richieste di prestiti.

Il pentito accusa il fratello e i complici

È questo il caso del titolare della macelleria di Cesa. Ai magistrati della Dda Tammaro Scarano spiega che D.C. aveva subito estorsioni sia nel 2013 ad opera di suo fratello Luca, in quanto lui era ancora detenuto, sia nel 2014 ad opera sua direttamente, e che vi avevano partecipato anche il fratello, Pecovella e Santo. In particolare nel 2013 “si era trattato dell'imposizione di gadget pubblicitari, invece nel 2014 oltre all'imposizione dell'acquisto di penne per un importo di 150 euro, D.C. fu indotto a versare un prestito di 400 euro a fronte di una richiesta di cambio di assegno che, invece non venne effettuata dalla vittima”.

Il racconto della vittima

A raccontare uno degli episodi è la vittima, il titolare della macelleria vessata dalle estorsioni. Il pizzo in questo caso viene chiesto ad ottobre 2014, quando si presenta presso la sua attività Luca Scarano. Questo “sempre a nome del fratello Tammaro disse: stiamo senza soldi, prenditi due regalini per notale". Anche in questa circostanza l’uomo aveva con sé un catalogo ma, a causa della crisi economica e del poco lavoro avuto durante l’anno, non era mia intenzione in queste festività acquistare alcun gadget pubblicitario. Solo dopo l’insistenza dello stesso e sempre in considerazione della caratura criminale del fratello Tammaro, temendo di poter avere delle ripercussioni sulla mia attività o sulla mia persona, ho deciso di sottostare alle sue richieste. Quindi, versando in ristrettezze economiche, ho scelto il prodotto meno caro del catalogo in visione e pertanto ho ordinato dei calendari e delle penne per un totale di 150 Euro, anche in questo caso versando una somma nettamente superiore al reale valore della merce acquistata”.

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