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Cronaca Marcianise

Minacce ad amici e parenti dell'imprenditore: "Sappiamo dove abita". Così Casalesi e Belforte volevano recuperare 500mila euro

Il retroscena sull'azione di recupero crediti da parte di Mario De Luca e Giovanni Improda con Camillo Belforte e Achille Piccolo. Erano arrivati a progettare anche l'incendio di una palestra

Una caparra da 500mila euro. Era questa la somma da recuperare dopo che un imprenditore non voleva più acquistare un capannone in viale Carlo III a Marcianise. Per questo si sarebbe rivolto, attraverso una terza persona, a Mario De Luca e Giovanni Improda di Teverola, entrambi arrestati, per il recupero delle somme. E De Luca e Improda avrebbero coinvolto anche i referenti dei clan locali, Camillo Belforte classe '95 ed Angelo Piccolo (entrambi indagati). 

Emerge dall'inchiesta dei carabinieri di Casal di Principe e coordinata dalla Dda sul gruppo del clan dei Casalesi guidato da Mario De Luca nell'ambito della quale sono indagate 22 persone di cui 10 finite agli arresti. Siamo nel 2017 quando Mario De Luca, insieme a Camillo Belforte, avvia una ricerca ininterrotta della vittima effettuando appostamenti per individuare la sua abitazione e i luoghi da lui frequentati arrivando anche a progettare l'incendio di una palestra, ubicata sotto casa della persona offesa, a scopo intimidatorio. 

Dalla ricostruzione degli inquirenti, gli indagati si sarebbero introdotti all'interno della casa della vittima da dove prelevarono anche un telecomando di un passo carrabile. Poi nel 2018 iniziarono vere e proprie azioni intimidatorie prima nei confronti di un parente al quale Mario De Luca chiese di fare da intermediario "altrimenti lo avrebbero trovato loro" e che sapevano "dove abita lui, dove abita la madre, come si entra in casa". Poi Mario De Luca e Camillo Belforte si rivolsero al titolare della palestra sotto casa della vittima al quale dissero che "se non avesse onorato il suo debito sapevano come entrare in casa sua". 

Infine, portarono un amico di vecchia data della persona offesa al cospetto del boss Achille Piccolo che gli avrebbe detto che "sarebbe stato meglio se avesse pagato perché, in caso contrario, si sarebbero comunque impossessati del capannone". 

Nelle prossime ore gli indagati colpiti da misura cautelare saranno condotti dinanzi al gip Giovanni de Angelis del tribunale di Napoli per gli interrogatori di garanzia. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Mirella Baldascino, Giovanni Cantelli, Alessandro Diana ed Agostino Di Santo. 

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