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Cronaca

EROINA A CASERTA Mogli e figlie al servizio degli spacciatori

Le donne lavoravano al confezionamento in dosi di eroina, cocaina e marijuana per l'organizzazione

Un’organizzazione stratificata e organizzata, in cui anche le donne avevano un ruolo chiave nella gestione del business della droga. È quella sgominata dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise e degli altri Reparti del Comando Provinciale della Finanza di Caserta, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione ha visto l’arresto di soggetti, di cui 21 ristretti in carcere e 5 agli arresti domiciliari: 19 sono di nazionalità italiana, 9 sono albanesi.

Le indagini hanno fatto emergere una rete di trafficanti, che collaboravano tra loro per importare eroina dall’estero. Un cartello di quattro grossisti si accordava per mettere insieme i capitali necessari a compiere acquisti cumulativi e poi dividersi il prodotto, in particolare eroina e marijuana, da distribuire sul territorio tramite una propria rete di spacciatori al dettaglio.

IL RUOLO DELLE DONNE – Dall’inchiesta emerge un ruolo di primo piano delle donne: moglie, compagne e figlie erano perfettamente inserite nel sistema. Queste infatti, una volta che la droga giungeva in Italia dall’Albania, lavoravano al confezionamento in dosi di eroina, cocaina e marijuana. Le donne inoltre avevano anche un importante compito: nascondere le partite di droga, per evitare così possibili sequestri da parte delle forze dell’ordine.

COS’E’ L’EROINA COBRET – L’organizzazione smantellata era particolarmente attiva nello spaccio di un determinato tipo di eroina, il “cobret”. Ma cos’è il cobret? Grezza e poco raffinata, è molto richiesta nelle piazze di spaccio dell’hinterland napoletano per il suo costo, molto più basso della “normale” eroina. Il cobret inoltre lascia poche tracce: non può esser iniettata endovena perché grezza, si fuma quindi tramite combustione e inalazione per mezzo di una cannuccia. Per lo stesso motivo è più facile da utilizzare, mentre gli esperti sono sempre più preoccupati per il tasso di assuefazione sin dalle prime assunzioni. Il suo nome deriva dalla serpentina dei fumi che genera la sua combustione, simili alle spire di un serpente.

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