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Cronaca Lusciano

Fratello del boss pentito ucciso, ergastolo per Cristofaro

I racconti di 5 pentiti reggono al vaglio della Cassazione

Nonostante alcuni “errori” nella ricostruzione dell’omicidio, le dichiarazioni dei pentiti Dario De Simone, Giovanni Ferriero, Antonio Turino, Raffaele Ferrara e Ben Mansour Aye devono essere ritenute “attendibili”. E’ quello che hanno messo nero su bianco i giudici della Prima sezione penale della Cassazione che hanno respinto il ricorso contro la condanna all’ergastolo di Giuseppe Cristofaro, 70 anni di Lusciano, esponente della fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, accusato di aver preso parte all’organizzazione dell’omicidio di Aldo De Simone, fratello del collaboratore di giustizia Dario De Simone, avvenuto il 7 agosto 1996. 

L’omicidio era la ritorsione del clan dei Casalesi contro la collaborazione di Dario De Simone, “che era stato, con Vincenzo Zagaria e Francesco Biondino, esponente di spicco del gruppo di Trentola, più vicino, all'interno del clan dei Casalesi, al gruppo di Francesco Schiavone che a quello di Francesco Bidognetti”. Alcuni tentativi fatti da Vincenzo Zagaria, avvicinando Aldo De Simone e Giovanna Previdente, moglie di Dario De Simone, per indurre quest'ultimo, all'epoca detenuto, a desistere dalla scelta collaborativa (come poi dichiarato dalla stessa Previdente, da Angela Saggese, moglie di Aldo De Simone), non avevano avuto risultato positivo e per questo si era deciso di mandare un segnale forte, uccidendo il fratello del boss-pentito.

Cristofaro, secondo la ricostruzione fatta poi anche da altri pentiti, tra cui soprattutto Domenico Bidognetti, avrebbe partecipato all’omicidio col ruolo di specchiettista: avrebbe, dunque, segnalato gli spostamenti della vittima per permettere ai sicari del clan dei Casalesi di entrare in azione. Ipotesi confermata anche dall’ultima sentenza della Cassazione, che ha messo la parola fine al processo.

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