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Cronaca Maddaloni

Gli educatori condannati per violenze reintegrati dal giudice: "Tornino a scuola"

Accolto il ricorso contro la sospensione emessa dal Villaggio dei Ragazzi

Il giudice del tribunale del Lavoro di Santa Maria Capua Vetere Valentina Paglionico ha annullato le sospensioni comminate ai cinque educatori del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni che, nel maggio scorso, sono stati condannati in primo grado per le violenze ai danni degli studenti.

La condanna aveva colpito Domenico Bellucci (3 anni e 6 mesi), Vincenzo Crisci (2 anni ed 8 mesi); Maria Iesu (2 anni e 6 mesi); Gianluca Panico (2 anni e 4 mesi); Francesco Edattico (2 anni e 2 mesi), ma è stata impugnata col ricorso in Appello. Intanto, però, il Villaggio dei Ragazzi aveva provveduto, dopo oltre cento giorni dall’emissione della sentenza, a sospendere i condannati (residenti tra Maddaloni, Marcianise e Caserta) dal lavoro senza stipendio, provocando la reazione dei legali che hanno presentato ricorso al tribunale del Lavoro.

Il giudice ha accolto il loro ricorso, basandosi su due fattori principali (oltre alla stessa impugnazione della sentenza di prima grado): la previsione di un tetto massimo di sospensione per 4 giorni nel contratto di lavoro degli imputati e le difficoltà economiche che avrebbero gravato sulle famiglie degli stessi. Il provvedimento del giudice, oltre ad annullare la sospensione ordinando il reintegro, ha anche condannato il Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni al pagamento delle spese.

Le indagini sono state basate sulle dichiarazioni delle piccole vittime, ascoltate dai pm della procura con l'ausilio di una psicologa che hanno ricostruito le modalita' con le quali i giovani erano stati trattati da alcuni educatori dell'istituto. Convergenti anche nella rappresentazione di metodi che integravano atti di maltrattamento volti alla sistematica sopraffazione e vessazione di minori indifesi.

Secondo la Procura, le condotte erano abitualmente commesse, tra l'altro, con l'uso della violenza fisica e psichica e mediante la mortificazione delle vittime. In alcune occasioni, a seguito delle percosse subite, le vittime avevano riportato anche lesioni personali. Le vittime erano tutti minori di età compresa tra gli 11 e i 16 anni, ospitati dalla fondazione amministrata dalla Congregazione dei "Legionari di Cristo".

Le indagini, secondo l’accusa, hanno mostrato l'abituale ricorso da parte dei quattro educatori a metodi umilianti e violenti nei confronti dei ragazzi ospitati a convitto nella struttura. In particolare, attraverso l'escussione di numerosi testimoni e delle vittime accertate, e' stato possibile appurare come i giovani fossero continuamente oggetto di appellativi ingiuriosi e offensivi e, nel caso manifestassero ribellione ed insofferenza a tali vessazioni, venivano percossi anche in modo selvaggio al punto che in alcune circostanze erano costretti a ricorrere alle cure ospedaliere.

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