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Cronaca Marcianise

“Pestato a sangue dai fratelli, ho temuto di morire”. Il racconto shock del pentito

I retroscena della spaccatura: la lite per la droga, la sparatoria ed il pestaggio nello scantinato

Era preoccupato per l’amico, che era stato convocato dai fratelli Letizia e che non aveva fatto ritorno. E per questo si era recato a casa del boss per capire cosa stesse accadendo, ma di tutta risposta fu pestato a sangue col calcio della pistola. E’ il drammatico racconto che Giuseppe Grillo, 38 anni di Marcianise, fa ai magistrati della Dda spiegando i motivi del suo allontanamento dal gruppo che gestiva lo spaccio di droga nell’hinterland. 

Una lite, spiega Grillo, che aveva avuto come “oggetto di scontro” la droga che Giovanni Pontillo aveva ceduto a Generoso De Sivo: una sostanza “non all’altezza” che aveva provocato lamentele. E da cui ne era nata anche una lite con tanto di spari nei confronti di De Sivo.

Per questo motivo i fratelli Letizia convocato Pontillo nella loro casa per un chiarimento. Grillo, però, era preoccupato perché l’amico non tornava e per questo si recò a casa del boss.

“Quando arrivai a casa di Salvatore Letizia - racconta ai magistrati nella sua veste di collaboratore di giustizia - mi resi conto che i fratelli avevano considerato l’aggressione ai danni di Generoso De Sivo, loro uomo di fiducia, come uno sgarbo nei loro confronti e quindi, appena entrato, fui colpito alla testa col calcio di una pistola da Salvatore Letizia e poi condotto nello scantinato dei fratelli Letizia, che continuano a picchiarmi e mi minacciarono anche di morte”.

Grillo racconta di aver temuto davvero tanto per la sua vita e di essere convinto di non essere stato ucciso perché c’era un amico che lo attendeva in automobile. “I fratelli Letizia non esplosero colpi di pistola contro di me perché avevano paura che il mio amico potesse denunciarli”.

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