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Cronaca Casapesenna

Schiaffi, saliva e piedi in testa. "Caccia il demonio e curerai la sclerosi multipla"

La testimonianza shock di un'altra vittima di don Michele Barone. E la fidanzata svela: "Ha sfondato la porta del nostro albergo a Medjugorje"

Un’udienza fiume quella andata in scena oggi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo a carico di don Michele Barone, il parroco del Tempio di Casapesenna accusato di maltrattamenti ai danni di una ragazzina minorenne e di violenza sessuale ai danni di due ragazze.

Nella prima parte dell’udienza sono stati ascoltati dinanzi al collegio presieduto dal giudice Francica  i genitori di una delle vittime del parroco del Tempio di Casapesenna che hanno raccontato come il prete era riuscito ad entrare “in famiglia”. In particolare hanno ricostruito il periodo in cui la famiglia si recava a pregare ed hanno negato di essere a conoscenza di ciò che avveniva, anche se qualche “cambiamento” era risultato strano, come l’addio al fidanzato (sembra chiesto proprio dal don Michele), alla diminuzione dei pasti ed delle uscite con gli amici se non in sua presenza o, comunque, con altri ‘adepti’ del gruppo di preghiera.

Molto ‘toccante’, invece, il racconto di un’altra vittima di don Michele Barone, un ragazzo che, poco più che ventenne, si è ritrovato nelle grinfie del parroco di Casapesenna. Che lo accoglie in un momento di grande difficoltà, dopo che la vita lo aveva messo a dura prova. Prima aveva fallito il concorso in Aeronautica; successivamente aveva avuto un grave incidente stradale ed infine aveva scoperto di avere la sclerosi multipla. Ed è proprio in quel momento che il giovane napoletano decide di affidarsi a don Michele, che, stando al suo racconto, confermato poi dalla fidanzata bresciana e dalla sorella, inizia subito con gli esorcismi. E la ricostruzione di ciò che avveniva era molto simile alle violenze subite dalla 13enne di Maddaloni, che è stata poi liberata da don Michele con l’arresto di quest’ultimo. Il ragazzo ha parlato di essere stato messo a terra, con don Michele che gli metteva i piedi in testa, per poi utilizzare la saliva e l’acqua per purificarlo. E, fatto ancora più grave, lo aveva convinto a non prendere più le medicine per la sclerosi multipla, convincendolo che cacciando il demonio dal suo corpo anche la malattia sarebbe scomparsa. 

“Sono stati i due mesi più brutti per la nostra famiglia” ha confermato poi la sorella del ragazzo, che ha raccontato anche di un tentativo di ‘approccio’ del parroco durante una confessione. La vittima, poi, insieme alla fidanzata bresciana hanno raccontato di un episodio avvenuto durante un viaggio a Medjugorje, dove la coppia, spaventata da don Michele, voleva scappare ma gli fu impedito perché la reception dell’hotel non volle riconsegnare i documenti. A quel punto i due ragazzi si chiusero in stanza e decisero di non uscire fin quando non sarebbe finito il pellegrinaggio. Don Barone, però, avrebbe sfondato la porta per entrare in stanza ed avrebbe fatto controllare i ragazzi da altri fedeli fino al rientro.

Proprio il parroco ha voluto dire la sua, intervenendo in udienza, chiarendo che il suo gesto era stato dettato dalla preoccupazione per la coppia, perché altri fedeli li avevano sentiti litigare ed aveva timore che potessero compiere gesti inconsulti. La sorella della vittima ha poi confermato che lo stesso don Barone a più riprese aveva chiesto alla famiglia del ragazzo di rimborsare i 700 euro che aveva dovuto versare all’albergo per la porta rotta. Non è stata ascoltata, invece, la mamma del ragazzo. L’udienza è stata poi aggiornata a dicembre. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Carlo De Stavola, Giuseppe Stellato, Maurizio Zuccaro e Camillo Irace. Le ragazze che avrebbero subito la violenza sessuale dal prete sono assistite dagli avvocati Rossella Calabritto e Luigi Mordacchini.

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