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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Casapesenna

Iovine e Nicola Schiavone 'interrogati' sugli imprenditori 'anti camorra'

'O Ninno si è accusato anche dell'omicidio del padre

E’ reo confesso dell’omicidio di Mario Diana e parla anche contro i figli di quest’ultimo, i gemelli Antonio e Nicola, tutti imprenditori di Casapesenna. Nei verbali dei magistrati della Dda ci sono anche le dichiarazioni di Antonio Iovine, detto ‘o ninno, che parla dei proprietari della Erreplast di Gricignano d’Aversa e considerati, fino a pochi giorni fa, imprenditori ‘anti camorra’.

Iovine riferisce che Mario Diana era un imprenditore legato al clan Bardellino e, comunque, “amico del clan” e non vittima dello stesso. Anche se è lo stesso Iovine ad ammettere di non aver più incontrato i Diana dopo il 1995 (3 anni prima dell’omicidio di Mario) e di aver avuto notizie per il tramite del cognato. “Sono a conoscenza di una somma di denaro di 30mila euro annuali da parte dei Diana nelle mani di Michele Zagaria. L’argomento della somma di denaro è stato affrontato nel corso delle riunioni tra i vertici del clan. Si tratta di una somma pagata ininterrottamente dal 1998. Dopo l’arresto di Vincenzo Zagaria la somma è stata pagata a Michele Zagaria in quanto i Diana erano originari di Casapesenna. Per quello che mi risulta la somma di denaro veniva corrisposta dai Diana per garantirsi la protezione rispetto al clan che operava nel territorio di Gricignano d’Aversa, dove insisteva il deposito e la sede della società”. 

Secondo Iovine, dunque, i Diana erano più vittime che soci di Michele Zagaria. Anche se resta il dubbio (anche nel gip) sul perché in un territorio dominato dalla famiglia Schiavone, i soldi delle tangenti vengano pagate a ‘Capastorta’. E su questo punto i magistrati della Dda hanno ascoltato anche Nicola Schiavone, figlio del capoclan Francesco Schiavone Sandokan. Il neo collaboratore di giustizia ha confermato “che la zona di Gricijgnano d’Aversa era di competenza della frazione Russo-Schiavone” dando peso, dunque, a ciò che ha asserito un altro pentito, Orlando Lucariello, il quale ha raccontato ai magistrati di aver tentato un “approccio estorsivo” ai danni dei gemelli Diana e di essere stato fermato dal boss Russo dopo una ‘ambasciata’ proprio di Michele Zagaria.

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