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Cronaca Grazzanise

Il cugino del boss va dal dirigente dopo gli spari contro l'auto del sindaco

Malena sotto torchio per oltre due ore per la gara per le fogne da 3 milioni

Gli spari contro l'auto del sindaco e l'avvicinamento da parte di un cugino del boss Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia, che avrebbe rivelato la verità su quell'episodio. C'è anche questo nell'interrogatorio di Maurizio Malena, dirigente dell'ufficio tecnico del comune di Grazzanise, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. 

Stamattina, nel corso dell'udienza preliminare, il dirigente ha cercato di chiarire la sua posizione nel corso di un esame durato circa due ore. Malena, difeso dagli avvocati Emilio Maddaluna e Concetta Monaco, ha risposto alle domande del pm della Dda D'Alessio ripercorrendo l'intera vicenda riguardante l'appalto da 3 milioni di euro per la realizzazione dell'emissario Grazzanise, gara vinta dagli imprenditori Francesco e Nicola Madonna, assolti per le stesse vicende, ritenuti vicini al boss Michele Zagaria. Una gara affidata nel 2009, successivamente annullata e riaffidata nel 2011 ai Madonna, in seguito ad alcune modifiche progettuali che, ad avviso della Dda, avrebbero favorito l'impresa aggiudicatrice. 

In questo contesto Malena, diventato dirigente ai lavori pubblici proprio nel 2011 a gara già in corso, svolse il ruolo di presidente della commissione. Secondo la sua ricostruzione il dirigente avrebbe assegnato il punteggio più basso proprio all'Ati riconducibile ai Madonna che si aggiudicarono i lavori per il parere degli altri due componenti della commissione, entrambi professori universitari. 

Il dirigente ha poi negato rapporti pregressi con i Madonna anche se, come sottolineato dall'avvocato Salvatore Piccolo, difensore del Comune di Grazzanise costituitosi parte civile, ci sarebbe un'annotazione dei carabinieri che, nel 2002, avrebbero fermato Malena in auto proprio con Nicola Madonna. Al riguardo il dirigente ha spiegato che si trattò di una circostanza occasionale. 

Ma c'è dell'altro che è saltato fuori nel corso dell'udienza. Nello stesso periodo in cui si svolse la prima gara il sindaco di Grazzanise Enrico Parente (deceduto) fu vittima di un attentato con alcuni colpi di pistola esplosi contro la sua auto. L'episodio venne attenzionato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che avviò un'attività intercettiva, con le cimici piazzate nell'auto del primo cittadino (dalle intercettazioni emerse anche il famoso viaggio in Austria dove Parente avrebbe incontrato il boss Michele Zagaria all'epoca latitante). Nel materiale intercettato ci fu anche una conversazione tra Parente e Malena che riferì al primo cittadino di essere stato avvicinato da un cugino del boss Antonio Iovine, nel corso di un funerale a San Cipriano d'Aversa, che gli disse di riferire a Parente che la camorra con quel raid non c'entrava paventando un possibile coinvolgimento nell'attentato da parte di persone vicine alla sua giunta. 

Dopo l'interrogatorio l'avvocato difensore Monaco ha reiterato la richiesta di rito abbreviato, dopo che nel corso della prima udienza i giudici avevano respinto il rito alternativo condizionato. Il giudice scioglierà la riserva sul punto nell'udienza fissata alla fine di maggio.  

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