Bimbo morto dopo esplosione palazzina, patteggia uno dei responsabili

Due anni e due mesi di carcere la pena inflitta al 27enne albanese, ritenuto corresponsabile dell’esplosione dell’esplosione che il 24 agosto 2021 fece crollare una palazzina in strada del Bramafame, alla periferia di Torino, provocando la morte di Aron Tila, un bambino di quattro anni che si era appena trasferito con la famiglia da Carinola. L’uomo, parente della vittima, si era subito autoaccusato, ora ha scelto di patteggiare. Sconterà la pena in regime di detenzione domiciliare sostitutiva potrà lasciare la sua abitazione solo per andare al lavoro durante le ore diurne.

Aron era giunto nel capoluogo piemontese con il padre e la madre ed i fratelli da Carinola. Con la madre doveva essere ospitato nella palazzina di via Bramafame. Stando alla ricostruzione dei fatti, l’alloggio era in disuso da tempo e non riceveva più le forniture di luce e gas. Il 27enne ha quindi provato a ricollegare il contatore al serbatoio condominiale di gpl. Tuttavia quello manomesso non era il suo, ma il contatore del vicino di casa, il cui alloggio in seguito alla manovra si era riempito di gas fino alla completa saturazione. Al mattino si era verificata l’esplosione: il crollo del tetto ha lasciato scampo al piccolo, morto sul colpo schiacciato dalle macerie. La madre è stata ritrovata dopo un’ora di ricerche dai vigili del fuoco, viva per fortuna.

Le indagini succesive hanno rivelato una catena di manomissioni relative all’impianto del gpl. Stando agli inquirenti, un artigiano 69enne, proprietario di uno degli alloggi, aveva scollegato le utenze dell’abitazione del vicino dall’impianto centralizzato e allacciate abusivamente a un’altra bombola, senza osservare le prescrizioni imposte dalla legge. A luglio scorso il tribunale gli ha inflitto due anni e mezzo di carcere per disastro e omicidio colposi ed esercizio abusivo di una professione che richiede un’autorizzazione speciale.