rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Sessa Aurunca

Giudice 'gola profonda' svela accordi tra il collega ed avvocati per 'pilotare' sentenze

Le cause fittizie senza che i diretti interessati ne fossero a conoscenza: al cancelliere 50 euro per lo scomodo

Veniva creata una fittizia causa civile nella quale non veniva prodotta né la cartella esattoriale che si voleva impugnare né l'estratto di ruolo seppur indicato come allegato all'atto di citazione da cui desumere l'esistenza stessa del debito opposto e se ne richiedeva l'iscrizione al ruolo nel quale si inseriva procura alle liti apparentemente firmata da soggetti ignari però dell'utilizzo della propria identità e dell'iniziativa giudiziaria che li vedeva protagonisti non avendo mai incaricato i legali a promuoverla.

Iscritta la causa fittizia a ruolo veniva emessa una sentenza di condanna nei confronti della parte soccombente, che nel caso in questione era l'Agenzia delle Entrate, al pagamento di somme dell'importo quasi fisso, 840 euro più 70 euro di spese legali o 990 euro più 150 euro di spese legali di cui gli avvocati 'favoriti' si dichiaravano anticipatari provvedendo poi a renumerare il giudice per tali atti contrari ai propri doveri d'ufficio col 10% delle somme liquidate a titolo di compenso quale prezzo della propria corruzione oltre alla regalia al cancelliere da 50 euro per il privilegio nell'iscrizione al ruolo del giudice compiacente della finta causa civile.

È questo il meccanismo fittizio di cui si sono avvalsi il Giudice di pace Umberto Della Rocca, il cancelliere Domenico Bosco, i legali Armando Schiavone, Francesco Serao, Vincenzo Bordone nonché N. M., O. C., V. F. (questi ultimi 3 indagati a piede libero) presso l'ufficio del giudice di pace del Comune di Sessa Aurunca ritenuti responsabili dalla Procura della Repubblica di Roma di corruzione in atti giudiziari continuata ed aggravata oltre che destinatari di misure cautelari personali.

Un accordo corruttivo tra i soggetti indagati il cui ruolo(giudice, cancelliere, avvocato) seppur diverso era comunque imprescindibile al fine di favorire il buon esito dei loro affari. Le indagini della Procura capitolina sono iniziate in seguito alle dichiarazioni rese presso il nucleo operativo e radiomobile della compagnia carabinieri di Sessa Aurunca nell'ottobre 2018, da un giudice di pace presso l'ufficio di Sessa Aurunca che rappresentò alcune anomalie che aveva verificato nell'ufficio dove prestava servizio indicando due colleghi, tra cui Umberto Della Rocca, come responsabili di condotte illecite poste in essere nel loro ruolo di giudice di pace presso l'ufficio sessano.

Dalle dichiarazioni rese emerse un anomalo numero di cancellazioni dalle cause dal ruolo o iscritte in modo fittizio senza procura ad litem al solo fine di consentire al giudice di pace la cancellazione della causa a ruolo che è un provvedimento che prevede uno specifico compenso per il magistrato onorario oppure instaurare una causa fittizia al solo fine di ristorarsi con le spese addotte alla parte soccombente. Al fine di di svelare il malaffare compiuto nella sede del giudice di pace sessano, gli inquirenti acquisirono tutte le sentenze emesse dal giudice di pace Della Rocca nel biennio 2018/2019 provvedendo poi ad un riscontro mediante l'acquisizione di fascicoli presso la cancelleria del giudice di pace di Torre Annunziata con l'estrazione a campione di 30 procedimenti relativi a controversie contro l'Agenzia delle Entrate tra cui si rinvennero le cause promosse dagli avvocati indagati in relazione alle quali erano state emesse sentenze dal giudice Umberto Della Rocca.

Apparve subito che le stesse avessero delle anomalie di registrazione che avevano generato sentenze doppie e ammanchi di numeri di protocollo. I fascicoli acquisiti dai militari sessani si presentavano privi di ogni atto indispensabile all'instaurazione del procedimento civile oltre che esser privi di elementi necessari sia sostanziali che processuali sul quale un giudice potesse fondare la propria decisione preaordinata quindi solo al fine di ottenere il compenso da ripartire col difensore favorito. Dagli inquirenti capitolini sono stati presi in considerazione due giorni particolarmente fruttuosi per i partecipanti all'accordo corruttivo. Su 37 fascicoli esaminati il 26 ottobre 2018 il giudice Della Rocca percepì un compenso per la propria corruttibilità dai legali pari a 1.480 euro. In un'altra occasione, il 20 dicembre 2018 il prezzo della corruzione lievitó a 2004 euro. Non mancò il prezzo della compiacenza del cancelliere Domenico Bosco che nei giorni considerati dagli inquirenti fu di 1850 euro. Allo stesso cancelliere nell'agosto 2018 da ciascuno dei 6 legali favoriti venne versato l'importo di 2000 euro come attenzione per uno stato di bisogno familiare il cui prezzo illecito fu di 12.000 euro.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giudice 'gola profonda' svela accordi tra il collega ed avvocati per 'pilotare' sentenze

CasertaNews è in caricamento