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Cronaca Frignano

Scarcerato dopo la condanna per un giro milionario di false fatture

Per Ferri resta solo l'obbligo di dimora nel comune: era ai domiciliari

Obbligo di dimora nel Comune di Frignano per Vincenzo Ferri, 40enne promotore di un giro milionario di frodi nel settore edile attraverso l'emissione di fatture false. Ferri, secondo la Procura, era a capo di una delle consorterie criminali specializzate nelle frodi  con intermediari, prestanome e funzionari di banca tra le fila dei partecipanti, sgominata dalla guardia di finanza di Aversa nella maxi operazione 'Restore' che portò a ben 34 arresti nel marzo 2018.

Un giro d'affari plurimilionario:oltre 100 milioni di euro riciclati, di cui circa 14 milioni era il ricavato finito direttamente nelle tasche degli organizzatori. Migliaia le fatture false emesse di cui ne beneficiarono ben 643 aziende edili con sede in Campania, Marche, Toscana, Emilia Romagna, Lazio ed Umbria. Tali società per simulare l'effettività delle operazioni commerciali pagavano un corrispettivo tramite bonifici bancari alle 'società cartiere', che di fatto emettevano false fatture di vendita. Successivamente le 'cartiere' rimettevano le intere somme ricevute sui conti correnti intestati ad altre ditte di comodo le quali li trasferivano ulteriormente mediante operazioni di giroconto e ricariche postepay evolution ai numerosi solidali addetti alle operazioni di prelievo. Tutto il contante prelevato veniva consegnato ai promotori delle organizzazioni tramite alcuni 'capi squadra' del riciclaggio. I promotori, trattenuta una percentuale per il servizio reso (dal 12 al 22% dell'imponibile delle fatture emesse) restituivano sempre in contanti la restante parte agli imprenditori che avevano disposto i bonifici iniziali. Attraverso tale sistema fraudolento le società beneficiarie ed utilizzatrici usufruivano di indebiti risparmi d'imposta derivanti dalla contabilizzazione dei costi fittizi nonché della relativa IVA a credito potendo così disporre di fondi neri costituiti dal denaro liquido. I reati contestati andavano dall'emissione di fatture per operazioni inesistenti, al riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche dei proventi illeciti derivanti dall'attività criminale.

Vincenzo Ferri venne condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione su disposizione del Tribunale di Napoli Nord e gli venne applicata nell'agosto 2018 la misura cautelare degli arresti domiciliari nel Comune di Frignano. Presentata istanza del legale di fiducia, Ferdinando Letizia, presso il Tribunale di Napoli Nord è stata disposta per Ferri la sostituzione della detenzione domiciliare con l'obbligo di dimora nel comune dell'agro aversano in considerazione della cristallizzazione del quadro probatorio già nella sentenza di condanna di primo grado, la rescissione di qualsiasi rapporto con altri imputati coinvolti nel sodalizio criminale nonché l'affievolirsi delle esigenze cautelari.

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