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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Trentola-Ducenta

L'amico di Zagaria condannato con la moglie

Condanna anche per il boss Michele Zagaria

La corte d’Appello ha confermato le condanne per l’ex assessore del Comune di Trentola (oggi collaboratore di giustizia) Luigi Cassandra, per il boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria e per Marisa Costanzo, moglie di Cassandra. I tre furono condannati in primo grado nel 2016, nell’ambito di un’inchiesta sulle mani del clan sugli appalti e sul riciclaggio di denaro provento di attività illecite della cosca: tre anni e sei mesi la pena per il pentito e il capocaln, un anno e sei mesi per la donna.

L’operazione portò agli arresti nel 2011; le indagini, all’epoca, miravano a far luce sulla realizzazione di un complesso turistico e sportivo a Trentola, il 'Night and Day'. L’opera, secondo gli investigatori, era stata fortemente voluta da Zagaria, ritenuto socio occulto nell’attività imprenditoriale di Cassandra, per aver investito nel progetto il denaro proveniente dall’associazione criminale.

Cassandra, all’epoca dei fatti consigliere comunale prima ed assessore poi, del Comune di Trentola Ducenta, secondo l’accusa, avvalendosi della forza intimidatrice del clan dei Casalesi e sfruttando la sua posizione di assessore ai lavori pubblici, era riuscito ad ottenere le autorizzazioni necessarie alla costruzione del complesso turistico nonostante il terreno sul quale insisteva fosse ancora destinato ad uso agricolo.

Considerato un ‘colletto bianco’ della cosca criminale, si sarebbe avvalso della moglie, delle sorelle, del cognato e di altri prestanome per costituire nel tempo diverse società utilizzare per la realizzazione del complesso.

Dagli accertamenti patrimoniali e dagli approfondimenti soggettivi svolti dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta era emersa una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e la sua capacità economica rispetto alle risorse materialmente impiegate per la realizzazione della struttura. Per gli inquirenti, quindi, i fondi utilizzati per la costruzione del complesso immobiliare non potevano che provenire dalle attività del clan.

Inoltre il complesso, come dichiarato dai collaboratori di giustizia, avrebbe avuto anche la funzione di base logistica per lo svolgimento di summit di camorra, il punto di partenza per appostamenti finalizzati agli omicidi. Lo scorso ottobre gli furono confiscati sei appartamenti, due terreni con piscine, otto auto, una moto, quote di undici società e conti correnti, per un valore complessivo stimato in oltre cinque milioni di euro.
 

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