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Cronaca Marcianise

Cocaina nel water, il pentito: "Gli ho dovuto consegnare l'auto"

Grillo racconta ai magistrati il retroscena del blitz dei carabinieri a casa sua

Costretto a dare la sua auto al capo per aver "perso" 50 grammi di cocaina. E' questo il retroscena rivelato ai magistrati dalla Dda da Giuseppe Grillo, neo collaboratore di giustizia e coinvolto nell'inchiesta Unrra Casas, sullo spaccio targato clan Letizia a Marcianise e comuni limitrofi.

Grillo ha spiegato come egli abbia iniziato a spacciare per il sodalizio criminale a partire da aprile-maggio 2014 quando "sono stato scarcerato dagli arresti domiciliari". Fino a dicembre del 2014 "mi sono rapportato, essenzialmente, nella mia attività di spaccio don Aniello Bruno e Primo Letizia, i quali mi coordinavano nell'attività di spaccio e mi consegnavano la droga".

Arriviamo al luglio 2014 quando Aniello Bruno "mi consegnò 50 grammi di cocaina che io avrei dovuto rivendere e poi pagare il prezzo ad Aniello Bruno". Grillo ebbe problemi a far nascondere la droga e quindi la portò a casa sua dove, però, i carabinieri effettuarono un blitz. "Fui costretto a buttare la droga nel water - dice ai magistrati - Per tale ragione io non potetti pagare a Bruno la droga che mi aveva consegnato e pertanto lui si fece consegnare la mia Fiat Cinquecento Rossa, richiesta a cui io non potetti oppormi visto il suo spessore criminale". 

Ma Grillo non restò a piedi. "Io avevo acquistato la Fiat Cinquecento per 6000 euro circa 5-6 mesi prima - prosegue - macchina che Aniello Bruno mi valutò 4000 euro e quindi siccome il mio debito nei suoi confronti ammontava a 3mila euro mi consegnò la Fiat Punto di sua proprietà che valutò mille euro". Sull'auto tra l'altro pendeva un "fermo amministrativo" e quindi per poter continuare a spacciare Giovanni Pontillo "mi consegnò un Fiat Doblò per poter circolare", conclude Grillo. 
 

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