Cellulari in carcere per parlare con l'esterno, in 10 vanno a processo
Avrebbero usato un microtelefonino che era stato introdotto illegalmente nella prigione
Le autorità hanno scoperto un presunto traffico di microtelefoni nel carcere di Carinola, dove alcuni detenuti avrebbero utilizzato dispositivi illegali per comunicare con il mondo esterno senza filtri. Il pubblico ministero Valentina Santoro del Tribunale di S. Maria Capua Vetere ha portato a processo 10 persone.
Secondo quanto riportato, i detenuti avrebbero utilizzato un microtelefonino introdotto illegalmente nella prigione per contattare familiari e amici. Il cellulare in questione, un modello marca L8 Star, dotato di due schede SIM e caricabatteria, è stato ritrovato nascosto tra il muro e il telaio della struttura in ferro di supporto allo spioncino di controllo della cella.
Tra gli indagati figurano Giovanni Boccolato, Gennaro Cascarino, Massimo Avorio Noris, Giovanni Lancella, Gerardo Nocerino, Ivan Engheben, Francesco Cirillo, Franco Pierleoni, Gennaro Grammatico e Antonio Ricciuti, tutti chiamati a rispondere delle accuse davanti al tribunale.
Gli avvocati dei dieci imputati, tra cui Anna Sannino, Antonio Pagliaro, Luigi Mordacchini, Giuseppe Guadagno, Gianluca Di Matteo, Gianluca Bencivenga, Pierluigi Grassi, Angelo Riccio e Francesco Iovine, li assisteranno durante il processo che è previsto iniziare nel mese di luglio.
Le indagini hanno evidenziato un presunto fallimento dei controlli all'interno del carcere di Carinola, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sull'efficacia delle misure adottate per prevenire l'introduzione di dispositivi illegali all'interno della struttura carceraria.