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Cronaca

Duplice omicidio di camorra, 5 condanne per killer e complici

Confermate le pene per l’agguato mortale ai danni di Caterino e De Falco

Il duplice omicidio di camorra commesso il 31 ottobre 2003 ai danni di Sebastiano Caterino ed Umberto De Falco a Santa Maria Capua Vetere chiude il suo iter giudiziario con la sentenza della Cassazione che ha respinto il ricorso di quattro affiliati al clan dei Casalesi che erano stati condannati in Appello.

Niente da fare, dunque, per Romeo Stabile Aversano, 45 anni di Capua, che ha visto confermata la condanna all’ergastolo; trent’anni dovrà scontarli, invece, Mario Mauro, 43 anni di Capua; 15 anni di carcere per Antonio Monaco, 52 anni di Santa Maria Capua Vetere; 11 al pentito di Carinaro Salvatore Laiso. Dopo aver presentato ricorso in Cassazione, vi ha rinunciato invece Massimo Vitolo, con la sua pena a 18 anni di carcere che è divenuto già definitiva. Contro le due vittime, che erano a bordo di una Volkswagen Golf, i sicari esplosero una cinquantina di colpi di fucile e pistole.

La vittima designata del raid era soprattutto Caterino. Quest’ultimo già nel 1991, a Frignano fu preso di mira dai Casalesi e sfuggi ad un agguato solo grazie all’intervento di alcuni carabinieri liberi dal servizio, che intervennero riuscendo a mettere in fuga i killer. La Golf sulla quale Caterino viaggiava insieme con Umberto De Falco, fu speronata e bloccata da di Alfa 166 sulla quale viaggiavano i sica che spararono contro i due oltre 50 col di pistole e fucili uccidendoli all’istante. L’agguato fu deciso per vendetta, perché Caterino, dopo avere scontato dieci anni di reclusione, si era messo a capo insieme con Vincenzo De Falco, poi ucciso alcuni mesi dopo, ad un gruppo di scissionisti ed in aperto contrasto dunque con i vertici dei Casalesi.

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