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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Condannato l'ex boss dei Casalesi. 'Salvi' altri 21 imputati

Assoluzioni e prescrizioni a raffica per coloro che erano accusati di aver aiutato Nicola Panaro. Il processo nato dal ritrovamento di quattro carte di identità false

Dieci mesi di carcere e cento euro di multa per Nicola Panaro, prescrizione ed assoluzione per un’altra ventina di indagati. E’ questa la sentenza emessa dalla Prima Sezione Penale Collegio C del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Roberto Donatiello) al termine del processo per l’ex boss del clan dei Casalesi, oggi divenuto collaboratore di giustizia, e per una lunga serie di “presunti fiancheggiatori” che lo avrebbero aiutato durante la latitanza. 

In particolare il processo riguarda l’inchiesta sulle carte di identità e patenti false che furono ritrovate nell’appartamento di Lusciano dove Panaro fu arrestato nel 2010 dopo cinque anni di latitanza e che portarono ad aprire un nuovo filone di indagine su chi avesse aiutato l’allora latitante.

A pagare, però, alla fine è stato solo Panaro (rappresentato dall’avvocato Patrizia Tedeschi), che è stato riconosciuto colpevole del possesso delle quattro carte di identità in bianco del tutto false.

E’ stata dichiarata la prescrizione, invece, per Antonio Diana, Pasquale Di Bernardo, Giovanna Giuseppa Romano, Franco Serao, Cipriano Diana, Giuseppe Diana, Mauro Diana, Raffaele Serao. Non luogo a procedere nei confronti di Rosa Di Biase per precedente giudicato. Assolta invece la moglie di Panaro, Maria Consiglia Diana, insieme con Vincenzo Caterino, Dionigi Diana, Mafalda Diana, Gennaro Diana, Salvatore Diana, Annalisa Ferraiuolo, Paolo Panaro, Pasquale Schiavone, Franco Serao, Rita Verrone e Giuseppe Verrone. Gli imputati erano difesi in larga parte dall’avvocato Giovanni Cantelli. Nel collegio difensivo erano presenti anche i legali Martinelli e Cantiello.

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