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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca San Cipriano d'Aversa

Vacanze esotiche, abiti firmati e auto di lusso: l'ostentazione sui social del rampollo dei Casalesi

Martinelli amava farsi immortalare tra località turistiche rinomate e vetture di grossa cilindrata

Vacanze in località esotiche, auto di lusso, orologi preziosi ed abiti firmati. E' questo il profilo di Emilio Martinelli, figlio del boss dei Casalesi Enrico (ristretto al 41bis), arrestato oggi dalla Squadra Mobile di Caserta in seguito ad un'inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli. 

Per gli inquirenti Martinelli jr., conosciuto negli ambienti criminali come il 'Barone', sarebbe il nuovo elemento apicale della cosca degli Schiavone ed avrebbe esteso i propri interessi non solo a quegli affari tipicamente criminali come le estorsioni e la droga ma anche a business leciti come il noleggio di auto e l'edilizia, con truffe relative al bonus 110% tra le contestazioni.

La riorganizzazione del clan

Le indagini hanno evidenziato come in più occasioni il clan abbia provato a riorganizzarsi. Prima il gruppo facente capo ad Oreste Reccia, decapitato dagli inquirenti nel 2021. Poi l'inchiesta sulle nuove leve degli Schiavone e dei Bidognetti. Proprio in tale contesto è emersa la figura di Emilio Martinelli che avrebbe formato un nuovo gruppo con altre 5 persone diventando  il vero e proprio referente del clan dei casalesi per i traffici di droga, le estorsioni ai danni di commercianti, il noleggio delle auto e le truffe relative al bonus 110% nel territorio di San Cipriano di Aversa.

Le telefonate in carcere con Bidognetti jr.

Quello del 'Barone' è un nome circolato anche in un'altra inchiesta, quello sul gruppo Bidognetti. Ci sarebbero stati contatti tra Emilio Martinelli e Gianluca Bidognetti, figlio a sua volta del capoclan Cicciotto 'e Mezzanotte, che all'epoca era ristretto in carcere. Una videochiamata finita all'attenzione degli organi inquirenti in cui i due rampolli avrebbero parlato. Nell'ambito della stessa inchiesta emergono anche contatti tra Emilio Martinelli e Vincenzo D'Angelo, compagno di Teresa Bidognetti. 

L'ostentazione sui social

Nonostante l'attenzione su di lui fosse altissima Emilio Martinelli - che porta il nome dello zio ucciso in un agguato - non disdegnava l'ostentazione del lusso sui social. Amava farsi riprendere tra i grattacieli di Dubai o a bordo di auto di lusso tra cui una Lamborghini. "Sono le strade tortuose a creare gli uomini forti", scriveva disteso dalla piscina di un lussuoso hotel di Ibiza. Sempre sui social amava postare scatti con vip conosciuti durante le sue vacanze. 

Cangiano: "Bonus 110% fonte di ricchezza dei clan"

"Lo Stato continua a non dare tregua alla criminalità organizzata casertana. Un altro durissimo colpo è stato, infatti, inferto alla camorra casalese, con l’arresto da parte della Polizia di Stato su mandato della Dda di Napoli, del nuovo reggente di fatto del clan, a capo del tentativo di riorganizzazione criminale dei casalesi. Tremano le vene ai polsi nel leggere le motivazioni alla base dell’arresto. Soprattutto vien fuori un sentimento di rabbia e sconforto per quanto emerge in relazione soprattutto al famigerato bonus 110%, diventato una vera fonte di ricchezza per finanziare gli affari di questa nuova generazione di camorristi. Lo denunciamo da mesi, pur tra mille polemiche, mille attacchi e mille speculazioni politiche. I fatti giudiziari di queste ore ci danno ragione. La camorra non è scomparsa. È stata fortemente ridimensionata, ma non ha certo abdicato all’idea di riaffermare il suo potere in queste zone, soprattutto se alcune scellerate misure dei Governi precedenti le hanno praticamente fornito gli strumenti per truffare lo Stato e arricchirsi indebitamente con denaro pubblico. Per fortuna con noi la musica è cambiata e non lo dico io. Lo dice la cronaca, lo raccontano le indagini, lo confermano gli arresti. Non ci fermeremo in questa battaglia di civiltà e legalità". Lo dichiara Gimmi Cangiano, vicepresidente della Commissione Ecomafie.

Colosimo: "Lotta dello Stato a mafie continua senza sosta"

"L’arresto da parte della Polizia di Stato, su richiesta della Dda di Napoli, della figura ai vertici del clan dei Casalesi nella provincia di Caserta, rappresenta un duro colpo inferto dagli inquirenti alla camorra e alla criminalità organizzata". Lo afferma il presidente della Commissione antimafia, Chiara Colosimo, su 'X'. "Come evidenziato dalle indagini, il reggente del clan aveva un ruolo di primo piano nella gestione del traffico di droga, nelle estorsioni e nelle truffe riconducibili al bonus 110% - conclude - Lo Stato continua senza sosta la battaglia per ristabilire legalità e giustizia nei territori dove, per troppo tempo, hanno prevalso logiche criminali e malaffare".

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