Cannabis light, il negozio riapre dopo le proteste
Il giudice ha disposto il dissequestro dell'attività ma non può vendere canapa sativa
Si era incatenato all'esterno del suo negozio di cannabis light dopo il sequestro disposto dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in seguito all'ordinanza della Cassazione con cui è stata vietata la vendidta di infiorescenze derivanti dalla canapa sativa. La storia di Virgilio Gesmundo da Caserta ha fatto il giro d'Italia, aprendo un dibattito sulla vendita della cosiddetta cannabis light e sulle conseguenze del provvedimento della Suprema Corte.
Nella giornata di mercoledì, però, è arrivata la svolta. Il gip Rosaria Dello Stritto - lo stesso magistrato che aveva disposto il sequestro dei negozi - ha accolto l'istanza degli avvocati Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti e disposto il dissequestro dell'attività "Green Planet Grow Shop" di via Gemito. Il giudice ha sottolineato nel provvedimento come nel corso della perquisizione nei locali siano stati rinvenute 4 confezioni di cannabis light ed 1 flacone contenente estratti di cannabis. Materiale consegnato dallo stesso Gesmundo ai carabinieri e su cui sono in corso accertamenti chimici.
SI INCATENA DAVANTI AL NEGOZIO | VIDEO
Gesmundo si è impegnato dinanzi al giudice a non vendere prodotti derivati dalla cannabis sativa ed il giudice ha dissequestrato l'attività consentendo la vendita di altri prodotti (terra, fertilizzanti, gadget ed altro).