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Cronaca Marcianise

Camorra e usura, abbreviato per i due pentiti

Rito alternativo per Giovanni Buonanno e Claudio Buttone. Siciliano va avanti con l'ordinario

Richiesta di abbreviato per i due collaboratori di giustizia Giovanni Buonanno, figlio di Gennaro, e Claudio Buttone. E' quanto accaduto nel corso dell'udienza preliminare nei confronti di 6 persone accusate a vario titolo di usura ed autoriciclaggio aggravati dal metodo mafioso. 

Procederanno con rito ordinario il ras dei Belforte Gennaro Buonanno; l'imprenditore Paolo Siciliano; Raffaele Iuliano, 58 anni di Marcianise; Michele Campomaggiore, 59 anni di Marcianise. Si torna in aula a settembre. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Massimo Trigari, Giuseppe Foglia, Gabriele Amodio e Civita Di Russo mentre i due collaboratori sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Tessitore e Giovanna Romano. 

Secondo le ricostruzione della Dda, un imprenditore sarebbe finto nelle mani dei Buonanno che gli avrebbero prestato soldi in cambio di tassi di interesse che arrivavano fino al 130% l’anno. In un’occasione, tra novembre e dicembre del 2015, la vittima fu costretta a salire in un’automobile e minacciata di morte per farsi consegnare i soldi del prestito, oltre che un “regalo” di 2mila euro per il clan Belforte in occasione delle festività natalizie. Fatto che non si è materializzato per l’opposizione dell’imprenditore. Le minacce sono imputate a Giovanni e Gennaro Buonanno.

Siciliano avrebbe minacciato la vittima prima che la stessa venisse ascoltata dalla Guardia di Finanza, affinché testimoniasse il fatto sulla consegna degli assegni incassati dall’imprenditore. Soldi per circa 85mila euro che, secondo la prospettazione degli inquirenti, sarebbero poi stati utilizzati per le attività del “Gruppo Siciliano”.

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