rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Pignataro Maggiore

I parenti del boss Lubrano non si presentano e fanno saltare il processo ai Ligato

I giudici hanno disposto l'accompagnamento coatto

Colpo di scena al processo a carico dei tre fratelli Ligato - Raffaele Antonio, Felicia e Pietro - e di Fabio Papa, accusati di estorsione, tentata estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico “Lubrano-Ligato” egemone nel comune di Pignataro Maggiore celebratosi con rito abbreviato dinanzi al gup Antonio Baldassarre del tribunale di Napoli.

Il figlio ed il genero del defunto boss Vincenzo Lubrano (entrambi non sono indagati) non si sono presentati a testimoniare ed il gup ne ha disposto l'accompagnamento coatto per la prossima udienza fissata agli inizi del mese di giugno. Le loro testimonianze concernenti degli episodi estorsivi contestati agli imputati sono ritenute decisive per le difese essendo il rito abbreviato condizionato proprio all'escussione dei familiari del defunto boss di Pignataro Maggiore. Nella prossima udienza ci sarà anche l'esame dell'imputato Pietro Ligato.

Raffaele Antonio, Felicia e Pietro Ligato nonché Fabio Papa - assistiti dagli avvocati Carlo De Stavola, Emilio Martino, Marco Argirò - furono attinti da provvedimenti cautelari in carcere che hanno costituito il risultato di un’intensa attività investigativa svolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, unitamente ai colleghi del Comando Compagnia di Capua.

Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli a firma del sostituto procuratore Simona Belluccio furono avviate nel mese di agosto e condotte attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri a Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, corrispondevano la somma di euro 3000 mensili.

Gli inquirenti hanno accertato, inoltre, il compimento di un’ulteriore presunta estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18000 euro. Infine, è stato documentato come gli indagati, per affermare la supremazia sull’area di influenza, non abbiano esitato a fare ricorso ad atti intimidatori o violenti, così come accaduto nei confronti di un 56enne di Pignataro Maggiore, operaio in una ditta di traslochi, aggredito per futili motivi con l’utilizzo di spray urticante ed un tirapugni.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I parenti del boss Lubrano non si presentano e fanno saltare il processo ai Ligato

CasertaNews è in caricamento