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Cronaca Casapesenna

Pasticcieri di Zagaria, spunta un omicidio dietro le dichiarazioni del pentito

I difensori di Fontana sottolineano al Riesame il rancore di Michele Barone: "E' inattendibile"

Il pentito Michele Barone lo avrebbe tirato in ballo per vecchi rancori tra le loro famiglie legati ad un omicidio degli anni '80. Questa la tesi sostenuta da Pasquale Fontana, 51 anni di Casapesenna, per il quale stamattina si è celebrata udienza al Riesame contro l'ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso, in quanto è ritenuto dagli organi inquirenti vicino al capoclan Michele Zagaria e ne avrebbe favorito la latitanza. 

Nel corso dell'udienza, celebrata dinanzi all'Ottava sezione del Tribunale della Libertà di Napoli, gli avvocati di Fontana, Guido Diana e Gaetano Anastasio, oltre a contestare la genericità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, alla base dell'ordinanza in carcere spiccata su richiesta della Dda, hanno anche evidenziato la scarsa attendibilità del collaboratore di giustizia Michele Barone in virtù dell'inimicizia tra le due famiglie.

Un livore che affonda le proprie radici in un omicidio di vecchia data: "il fratello di Fontana uccise il cugino di Michele Barone", si legge nell'ordinanza. Il tribunale della Libertà adesso dovrà decidere se confermare o annullare il provvedimento e pronuncerà il suo verdetto nelle prossime ore.

Fontana era stato arrestato nell'inchiesta della Dda che ha coinvolto anche il titolare di pasticcerie Giuseppe Santoro, anch'egli accusato di aver favorito il clan Zagaria ospitando addirittura i summit di camorra nel suo locale commerciale di Casapesenna. 

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