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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

"Froncillo è attendibile", confermata la condanna per l'agente della penitenziaria

La Cassazione certifica le dichiarazioni del collaboratore e conferma i 14 anni per Rotaniello

Mere sviste che non vanno a modificare il giudizio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso straordinario presentato da Salvatore Rotaniello, agente della penitenziaria di 54 anni di Marcianise, confermando la condanna a 14 anni per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga aggravata dalla finalità mafiosa. 

I giudici del Palazzaccio hanno confermato l'attendibilità del collaboratore di giustizia Froncillo nonostante alcuni errori "percettivi" sulle sue dichiarazioni siano presenti in una sentenza della stessa Cassazione  che aveva confermato la condanna. In particolare Rotaniello, attraverso il suo legale, lamentava in primis il fatto che, ad avviso dei giudici, Froncillo sarebbe stato intraneo all'associazione da 1996-97 mentre in altri atti processuali tale data si sposta in avanti di tre anni.

Il secondo errore sarebbe, sempre ad avviso di Rotaniello,  sulle dichiarazioni di Froncillo in merito al controllo avvenuto il  23 settembre 1998 a casa di Vincenzo Scotti su cui Froncillo avrebbe dichiarato che in quell'occasione, dopo che Braccio e Salvatore Rotaniello erano stati controllati a casa di Scotti, loro stessi gli avrebbero riferito di "essere scampati ad un grave pericolo in quanto avevano consegnato allo Scotti un kg di cocaina, ricevuto da Felice Napolitano (alias Capitone) che la polizia non aveva trovato". L'errore starebbe nel fatto che in quello stesso periodo Napolitano era detenuto. 

Terzo motivo di ricorso era il fatto che nella sentenza si parla di una partita di cocaina ricevuta da Felice Napolitano e dal cugino omonimo, meglio noto come Ciaravella, nel 2005, mentre quest'ultimo è morto nel 1997.

Il quarto ed ultimo errore sarebbe rinvenibile nella parte della sentenza in cui si parla degli incontri tra Napolitano e Belforte in un periodo di codetenzione, nel dicembre 2006 e nel marzo 2007, presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, durante i quali, a detta del Froncillo, i due capi clan avrebbero deciso le modalità di gestione del traffico di stupefacenti. La Corte di Cassazione ha dichiarato che tale circostanza sarebbe confermata dalle indagini svolte dalla P.G. Anche questa affermazione è frutto di un errore di fatto in quanto i due, nel periodo indicato, non risulterebbero essere stati detenuti nel medesimo carcere. 

I giudici romani della Suprema Corte hanno ritenuto come tali motivi di ricorso vadano "a collocarsi all'interno del più ampio e articolato giudizio di valutazione di attendibilità del collaboratore di giustizia Froncillo svolto dal giudice di merito e confermato dalla Corte di Cassazione che ha rilevato la logicità e l'adeguatezza della motivazione svolta dal giudice merito. Le quattro asserite sviste percettive enunciate dal ricorrente risultano  dunque, di per sé stesse errate, in quanto il ricorrente attribuisce loro un significato non coerente con quello emergente dal testo della sentenza impugnata". Insomma si tratta di errori materiali che non cambiano la valutazione. Per questo il ricorso è stato dichiarato inammissibile e Rotaniello è stato condannato al pagamento di 2mila euro alla Cassa delle Ammende.

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