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Cronaca

L'INCHIESTA DDA Vitale e Savoia 'pedinati' a casa del sindaco. Ricostruiti Sms, telefonate e incontri

Emergono nuovi particolari dell'indagine sugli appalti del Comune di Caserta finiti nel mirino della Procura antimafia. Le intercettazioni svelano intrecci tra politici e manager. L'ultimo incontro prima del blitz è stato 'intercettato' a Rimini

Intercettati, pedinati e fotografati. Per mesi i carabinieri del Noe hanno tenuto sotto controllo tutti i movimenti di Carlo Savoia, manager dei rifiuti di Sant’Arpino, e del suo braccio destro, Pasquale Vitale, già dirigente ministeriale nei tempi d’oro di Nicola Cosentino, al quale era strettamente legato. Ed è proprio ascoltando le loro conversazioni che i militari sono arrivati agli uffici del Comune di Caserta, col blitz scattato giusto un mese fa, con tanto di perquisizioni a casa e negli uffici del sindaco Carlo Marino, oltre che dall’ex dirigente Marcello Iovino e dal funzionario del Comune Pippo D’Auria.

Nel mirino la gara da 100 milioni

A loro i carabinieri, che operano su delega della Dda di Napoli, sono giunti attraverso contatti telefonici, ma non solo. Perché i militari hanno svolto un’indagine “vecchio stampo” con pedinamenti ed appostamenti. Ed è proprio attraverso questo lavoro certosino che sono riusciti a ricostruire gli incontri che il sindaco Marino ha avuto (in diverse occasioni) con Pasquale Vitale che in un paio di casi era accompagnato anche dallo stesso Savoia. Veri e propri summit che, secondo gli inquirenti, erano focalizzati ad ottenere dei vantaggi per la partecipazione alla gara milionaria dei rifiuti (100 milioni di euro per sette anni) e per le casette dell’acqua. 

Il manager 'spregiudicato' e gli incontri a casa del sindaco

E dal linguaggio “spregiudicato” utilizzato dai diretti interessati (soprattutto di Savoia) nelle telefonate emerge un quadro a dir poco inquietante, come se vi fosse la certezza di riuscire a portare a casa il risultato. Gli incontri “registrati” col sindaco di Caserta, poi, sono avvenuti sempre tra l’abitazione privata del primo cittadino a Puccianiello e lo studio legale a via Turati. E, quasi sempre, a ridosso di “date importanti” per la pubblicazione dei bandi a cui erano interessati Savoia e Vitale. Bandi che, secondo l’ipotesi della Dda (che ora dovrà essere confermata dalla ricostruzione documentale successiva all’acquisizione degli atti pubblici negli uffici del Comune di Caserta), sarebbero stati confezionati direttamente negli uffici della società di Carlo Savoia (la Xeco) a Napoli e poi ‘affidati’ alla burocrazia comunale per trarne un grande vantaggio sulla proposta da presentare. 

L'ultimo summit a Rimini 5 giorni prima delle perquisizioni

C’è poi un altro dato registrato dagli inquirenti, pochi giorni prima delle perquisizioni nelle case e negli uffici. Un incontro a Rimini che ha visto protagonista Carlo Savoia e Pippo D’Auria (membro della commissione di gara per l’appalto rifiuti) che è stato organizzato, però, da Carlo Marino e Pasquale Vitale. Messaggi e telefonate intercettati dagli inquirenti per fissare un appuntamento alla fiera ‘Ecomondo’ svoltasi ad inizio novembre. D’Auria e Savoia, sempre seguiti dai carabinieri, hanno parlato per poco meno di dieci minuti, col funzionario del Comune che poi si è allontanato in compagnia di una donna. Cosa si siano detti non è ancora chiaro, ma da quell’8 novembre al blitz dei carabinieri nelle case e negli uffici sono passati appena 5 giorni. Un lasso di tempo molto breve che lascia pensare come l'incontro di Rimini possa aver spinto la Dda ad accelerare i tempi dell'indagine.

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