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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Imprenditore offre a killer Casalesi un milione di euro per uccidere pm Milita

La rivelazione del magistrato Conzo nel corso di un convegno a Napoli. Roberti: "Lotta a investimenti all'estero del clan"

Un milione di euro per uccidere il pubblico ministero Alessandro Milita. Sarebbe stata questa la somma offerta da un imprenditore, attivo nel settore dei rifiuti, a Francesco Della Corte, killer del clan dei Casalesi attualmente collaboratore di giustizia. A rivelare il retroscena è stato il procuratore aggiunto di Roma Giovanni Conzo, per anni pm antimafia a Napoli, nel corso del convegno organizzato dalla presidente della Commissione regionale speciale Anticamorra e Beni Confiscati sul tema “Il contrasto alle organizzazioni criminali e camorristiche: la disarticolazione del clan dei Casalesi e il modello Caserta”.

Conzo, riferisce Il Mattino, ha spiegato che durante uno degli interrogatori di Della Corte quest'ultimo gli avrebbe svelato il piano di un imprenditore che si sarebbe attivato per eliminare il pubblico ministero Milita (che era presente all'evento). L'imprenditore avrebbe offerto prima la somma di 500mila euro, rifiutata da Della Corte perché il delitto di un magistrato avrebbe attirato eccessivamente l'attenzione sul clan dei Casalesi. Poi la seconda offerta: 1 milione di euro. Della Corte si sarebbe attivato per commettere il delitto ma venne arrestato prima di riuscire a portare a termine il piano. 

Nel corso del convegno è intervenuto anche l'europarlamentare Franco Roberti, già procuratore nazionale antimafia, che ha spiegato: "Oggi le organizzazioni criminali hanno accentuato la loro natura transnazionale, parliamo dei Casalesi, l'organizzazione criminale transnazionale per eccellenza, per definizione, quella che manteneva un ferreo controllo territoriale locale, poi si proiettava all'estero per investire in altri Paesi e in altri mondi i profitti illeciti. Contro la criminalità organizzata transnazionale, spesso intrecciata con il terrorismo e i fenomeni corruttivi, c'è una strategia avviata nel 2020 da parte dell'Onu che ha rilanciato la Convenzione di Palermo del 2000 con una risoluzione chiamata risoluzione Falcone e che punta tutto sull'attacco ai patrimoni e la lotta alla corruzione. C'è anche una strategia dell'Ue, la Commissione presieduta da von der Leyen ha lanciato nel 2019 un grande programma contro la criminalità organizzata e contro la corruzione. Contiamo di concludere entro questa legislatura importantissimi regolamenti in materia di contrasto al riciclaggio e terrorismo, in materia di crimini ambientali, in materia di intelligenza artificiale applicata all'attività giudiziaria. Spero che ci siano i primi risultati entro la fine della legislatura". 

Il Procuratore aggiunto di Napoli Raffaello Falcone, invece, ha ribadito come: "Questo momento non dev'essere un ricordo, perché possa diventare una best practice il modello dev'essere ripetuto e adeguato alle realtà che nel tempo si modificano, in particolare le realtà criminali. È un metodo che ha portato ottimi risultati, un'antimafia concreta e che va riprodotta adeguandola alle modifiche della realtà sociale che per fortuna sono intervenute nella provincia di Caserta. Questo non vuol dire abbandonare l'impegno e la capacità di confrontarsi anche in realtà diverse da quelle giudiziarie. L'impegno di tutti consente di ottenere risultati importanti, in particolare della società civile". 

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