Volge al termine il processo in Appello a carico di 22 affiliati al clan Amato di Santa Maria Capua Vetere accusati a vario titolo di estorsioni, usura, armi, illecita concorrenza, violenza privata, danneggiamento, ricettazione e droga. 

Stamattina dinanzi alla Corte Partenopea sono proseguite le arringhe dei difensori dagli imputati. Il processo è stato poi rinviato alla seconda metà di luglio quando è atteso il verdetto. I 22 rischiano una condanna pesantissima con il procuratore generale che aveva invocato oltre 177 anni di carcere complessivi.

In particolare il pg ha chiesto la piena conferma della sentenza di primo grado che aveva visto condannati Kaled Badri a 3 anni; Stefano Cecere, a 12 anni e 4 mesi; Gabriele Consolazio, a 2 anni e 4 mesi; Francesco Di Monaco, a 18 anni; Giovanbattista Di Monaco, a 11 anni e 8 mesi; Marcia Xavier Andrade Fonseca, a 2 anni e 3 mesi; Fatos Habraijimi, a 30 anni; Vilson Habraijimi, a 2 anni e 3 mesi; Franco Iorio, a 2 anni e 4 mesi; Miri Kazani, a 4 anni; Simmaco Maio, a 11 anni; Servi Morkrenchuc, a 25 anni; Vasile Nedelcu, a 6 anni e 10 mesi; Anatolij Podovinski, a 25 anni; Pasquale Russo (classe 1954), a 13 anni; Pasquale Russo (classe 1982), a 2 anni e 3 mesi. In primo grado vennero condannati, con pena sospesa, anche Angela Borrozzino, a 2 anni; Anna Cipullo, a 1 anno e 4 mesi; Roberta Nocera, a 1 anno e 4 mesi; Ernesto Russo, a 1 anno e 4 mesi; Vincenzo Troise, a 1 anno e 6 mesi.

Nel collegio difensivo, tra gli altri, ci sono gli avvocati Nello Sgambato, Angelo Raucci, Luca Viggiano, Vittorio Caputo, Goffredo Grasso e Giuseppe Stellato. Si è costituita parte civile l'Unione Casertana Antiracket con l'avvocato Gianni Zara.