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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca San Nicola la Strada

Bruciò viva la moglie, confermato l'ergastolo

È quanto stabilito dalla Corte di Assise di Appello del Tribunale di Brescia

Condanna bis per l'uxoricida Senbel Habderrahim, 57enne marocchino, per la morte della moglie connazionale Mina Safine, 45enne di San Nicola la Strada, bruciata viva la sera del 20 settembre 2020 nel loro appartamento a via Tiboni a Urago Mella (Brescia). È quanto stabilito dalla Corte di Assise di Appello del Tribunale di Brescia che ha confermato la condanna all'ergastolo già pronunciata in primo grado nei confronti di Senbel Habdrerrahim dove venne ritenuto un estremista reo dell'omicidio della propria moglie colpevole forse di essersi occidentalizzata pur rispettando la cultura islamica.

La ricostruzione

Nelle lunghe arringhe degli avvocati Angela Carrozza e Valentina Gozza legali rappresentanti dei familiari di Mina Safine residenti a San Nicola La Strada e Marcianise è emerso il labile castello di omissioni e contraddizioni dell'uxoricida marocchino che si è professato innocente e secondo cui la morte della compagna di vita era una sucidio. La ricostruzione operata da Senbel Habdrerrahim della sera di quel tragico 20 settembre in via Tiboni è apparsa molto fumosa.

Per l'imputato la moglie depressa si sarebbe cosparsa di liquido infiammabile sulla testa e con un accendino tenuto nel palmo della mano sinistra si sarebbe data fuoco. Mentre la donna ardeva tra le fiamma lui che dormiva si sarebbe svegliato di colpo ed avrebbe cercato dopo svariati minuti di prendere una coperta per spegnere le fiamme riportando lui stesso ustioni  di primo grado a braccia e mani. Una ricostruzione agghiacciante che non ha convinto i giudici neppure in secondo grado.

Una tragedia annunciata

Perizie medico-legali, testimonianze, interrogatori resi agli inquirenti hanno fatto emergere i profili di una tragedia annunciata forse. Mina Safine mentre le fiamme le bruciavano il corpo per il 90% negli ultimi minuti di lucidità avrebbe chiamato lei stessa i soccorsi in un ultimo istinto di sopravvivenza spiegando quanto stesse accadendo tra le mura domestiche per poi perdere i sensi. Morí il 28 settembre presso il Reparto Grandi Ustionati dell'ospedale Gaslini di Genova.

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