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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Mondragone

Inchiesta sulla brucellosi, assolti in 17. Condannato solo il "prof" del laboratorio d'analisi

Erano accusati di aver "nascosto" animali colpiti dalla malattia

Diciassette assoluzioni ed una condanna a due anni di reclusione.  E’ quanto stabilito dalla Prima Sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in composizione collegiale presieduta dal giudice Giovanni Caparco (a e Francesco Maione e Patrizia Iorio) per 18 imputati tra cui 14 allevatori zootecnici, il titolare di un laboratorio di analisi e tre suoi dipendenti accusati a vario titolo di commercio di sostanze alimentari nocive, frode nell'esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, diffusione di una malattia infettiva e diffusiva quale la brucellosi.

A finire sotto processo gli allevatori zootecnici del Litorale Domizio e di Terra di Mazzoni Tommaso Acconcia, Bruno Belformato, Pasquale Belformato, Ernesto Cantile, Giuseppe Cantile, Francesca Corso, Claudio Diana, Antonio Galasso, Arturo Noviello, Parente Teresa, Angelo Russo, Annibale Tummolo, Teresa Zona. Con loro il titolare del laboratorio di analisi di Mondragone Salvatore Di Lorenzo e le sue dipendenti Annunziata Silni, Rita Silni e Anna Timpella.

L'inchiesta partì nel luglio del 2013 avviata a seguito del monitoraggio straordinario dei carabinieri dei Nas di Caserta finalizzata alla verifica dell'uso del vaccino anti brucellosi. Le risultanze investigative portarono alla scoperta di  capi di bestiame affetti da brucellosi vendute e macellate eludendo i controlli nonché all'esistenza di latte proveniente dai capi infetti utilizzato poi per la produzione di prodotti caseari a marchio DOP. Oggetto dell'inchiesta le condotte illecite degli imputati  che per evitare la 'quarantena' o l'abbattimento dei capi affetti da brucellosi o di dubbi facevano ricorso a numerosi espedienti come avvalersi del laboratorio di analisi di Salvatore Di Lorenzo. Lì, secondo la ricostruzione degli inquirenti veniva avviata la ricerca preventiva dell'eventuale presenza di focolai di brucella al fine di eludere gli organi di controllo ufficiali che  rivelato il focolaio avrebbero disposto l'abbattimento del capo di bestiame infetto.

Al titolare del laboratorio di analisi mondragonese sono stati contestati in aggiunta i reati di indebita percezione, truffa ai danni dello Stato ed uso di atto falso. Salvatore Di Lorenzo in qualità di insegnante di chimica presso un istituto di istruzione di Sessa Aurunca, secondo l’accusa, avrebbe prodotto falsi certificati medici attestanti stati di malattia inesistenti relativi alla propria persona, percependo dal Ministero dell'Istruzione un indennizzo per i giorni di 'malattia' al solo fine di espletare l'attività presso il proprio laboratorio di analisi mondragonese di cui era titolare. Contestazione che in merito ad un episodio ricorrente nel 19 maggio 2014 ha portato i giudici a condannare il sedicente medico alla pena di 2 anni di reclusione.

Nel collegio difensivo impegnati tra gli altri gli avvocati Gianluca Giordano, Ferdinando Letizia, Antonio Miraglia, Francesco Moronese, Raffaele Griffo.

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