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Cronaca Capua

Bische del clan, processo alle battute finali per Ciccio 'e Brezza ed i suoi prestanome

Si concludono le arringhe dei difensori. Il pm ha invocato la condanna per Zagaria ed i suoi sodali

Volge alle battute finali il processo, in abbreviato, a carico di Francesco Zagaria, il colletto bianco di Casapesena e trapiantato a Capua autoproclamatosi capoclan dopo l'arresto del boss Michele Zagaria, e della sua rete di prestanome.

Stamattina dinanzi al gup di Napoli sono proseguite le arringhe dei difensori con la sentenza che è in programma all'inizio di febbraio. Nel corso della sua requisitoria il pm Maurizio Giordano aveva chiesto 6 anni e 4 mesi per Zagaria, che da luglio sta collaborando con gli organi inquirenti; 9 anni per Giuseppe Garofalo, di Casapesenna; 4 anni e 4 mesi per Paolo Gravante, 52 anni di Grazzanise, e Salvatore Carlino; 2 anni, con l'esclusione dell'aggravante mafiosa, per Carolina Palazzo, moglie del boss Antonio Mezzero, accusata di ricettazione per aver percepito uno stipendio mensile. Chiesta la condanna anche per Salvatore Buonpane. Per Domenico Farina e Giovanni Fulco, invece, c'è stato il cambio del capo d'accusa (riciclaggio) aggravato dall'aver favorito il clan dei Casalesi.

L'inchiesta per la quale gli imputati sono a processo riguarda proprio il ruolo di Francesco Zagaria, originario di Casapesenna e trapiantato a Capua, e la sua posizione di "favorito" del boss Michele Zagaria, con gli affari derivanti, principalmente, dalla gestione delle bische clandestine. 

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Alberto Martucci, Davide De Marco, Giuseppe Stellato, Angelo Raucci, Paolo Raimondo e Giuseppe Tessitore. Un imprenditore vittima di estorsione si è costituito parte civile con l'avvocato Mario Griffo. 


 

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