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Cronaca

I beni confiscati della camorra a 18 Comuni. Ecco i boss 'colpiti': l'elenco completo

Vertice in Prefettura: sul tavolo ville e terreni per 20 milioni di euro

Oltre 100 beni confiscati alla camorra, per un valore immobiliare complessivo di circa 20 milioni di euro, passano nella gestione di 18 Comuni di Terra di Lavoro.

Stamattina in Prefettura a Caserta si è svolta la conferenza dei servizi con i sindaci o gli incaricati degli enti su cui insistono le unità immobiliari requisite alla criminalità organizzata. Il vertice, presieduto dal Direttore dell'Agenzia Nazionale, il Prefetto Ennio Mario Sodano, è stato indetto per raccogliere le manifestazioni di interesse dei Comuni interessati ad acquisire le unità immobiliari. "Abbiamo destinato 113 beni - ha detto Sodano - e dato ai Comuni i chiarimenti utili per la gestione. Sono state acquisite le manifestazioni di interesse e nei prossimi giorni firmeremo i decreti per destinare i beni agli enti che ne hanno fatto richiesta".

Complessivamente si tratta 113 unità immobiliari accatastate distribuite su 23 immobili. Di queste ben 58 "particelle" appartengono all'azienda agricola Balzana di Santa Maria la Fossa, confiscata agli eredi della famiglia Passarelli che ne era intestataria solo formalmente mentre il complesso era stato acquistato realmente dalle famiglie Schiavone e Bidognetti. Tra gli altri beni che passano ai comuni ci sono anche due particelle confiscate al collaboratore di giustizia Bruno Buttone, del clan dei Belforte, a Capodrise; e beni appartenuti a Paolo Saverio Schiavone a Cancello ed Arnone.

Tra gli altri comuni che acquisiranno i beni della camorra ci sono: Aversa, Casal di Principe, Casapesenna, Castel Volturno, Cesa, Macerata Campania, Portico di Caserta, San Cipriano, San Tammaro, Sant'Arpino, Sessa Aurunca, Trentola Ducenta e Villa Literno. Le ville ed i terreni sono stati sequestrati a: Nicola De Rosa, Amedeo Mazzara, Saverio Paolo Schiavone, Cesare Bianco, Elio Diana, Rocco Veneziano, Filippo Capaldo, Salvatore Nobis, Nicola Negro, Giacomo Capoluongo, il super boss, oggi pentito, Antonio Iovine, Mario Iovine, Benito Lanza, Gaetano Iorio, Mario Buonocore, Mario Esposito e Gaetano Tavoletta.  "Lo Stato si impossessa nuovamente di questi beni che tornano ad essere un beneficio per le comunità locali - ha proseguito Sodano - E' un segnale forte che da alle comunità la sensazione che la legalità conviene, che dove c'è legalità c'è sviluppo e progresso".

Altra questione è quella relativa alla gestione, con numerosi beni che rientrano tra i confini del medesimo Comune. "Ci sono territori feudo delle mafie dove le confische iniziano a diventare piuttosto numerose. E' impensabile che uno stesso ente abbia interesse a gestire una così gran quantità di beni. Una soluzione potrebbe essere quella del consorzio tra più comuni".

Nel corso della conferenza con le amministrazioni comunali, inoltre, è emersa anche qualche idea per lo sviluppo fdei beni acquisiti. "Capodrise - rivela Sodano - ha ipotizzato l'utilizzo per realizzare un pronto soccorso medico, a Trentola Ducenta, invece, si pensa di utilizzare quei beni per l'emergenza abitativa. E' importante che i Comuni abbiano le idee chiare sin dall'inizio". L'Agenzia, infatti, non può intervenire in fase prelimiare, magari indicando il progetto migliore, ma "può farlo in un secondo momento, sulla gestione", conclude Sodano.

"La disponibilità all'unione dei Comuni - ha spiegato il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto - ancora non si è registrata. Si tratta di una buona prassi da portare avanti per i territori omogenei. Di certo c'è, però, disponibilità a gestire i beni. Stiamo notando una forte reazione, soprattutto da parte della società civile e dobbiamo continuare a lavorare su questa strada". E qualora i Comuni non "volessero" prendere in gestione quei beni "non possiamo obbligarli - conclude il Prefetto Ruberto - Ma stimolarli al riutilizzo a fini economici e trarre comunque un utile da questi beni".

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