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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

Il boss Belforte deve scontare 48 anni di carcere

La Cassazione boccia l'istanza del boss che chiedeva l'unificazione delle pene

Il boss dei Mazzacane Domenico Belforte deve scontare 48 anni di carcere. E' questa la decisione della Corte di Cassazione che ha respinto l'istanza presentata dai legali del capoclan di unificare le pene concorrenti di 18 condanne passate in giudicato, inglobandole in un unico cumulo.

Per i giudici della prima sezione della Cassazione - presieduta da Mariastefania Di Tomassi - regge la tripartizione dei cumuli. Da un lato sono state cumulate 15 condanne per un residuo di pena di 20 anni e 7 mesi; dall'altro sono state cumulate 2 condanne con un residuo di pena di 23 anni e 5 mesi; infine l'ultima condanna a 4 anni di reclusione.

Secondo quanto espresso dagli ermellini nelle motivazioni della loro sentenza, depositate nei giorni scorsi, "correttamente in base all'esecuzione delle pene e alla data di commissione dei reati sono stati individuati tre momenti concorsuali, con formazione di tre separati cumuli parziali: fino al 5.12.1997 (sentenze 1-15 e carcerazioni definitive sofferte sino al 24.7.1997), dal 5.12.1997 al maggio 2005 (sentenze n. 16 e 17 e carcerazioni subite dal 5.12.1997 al maggio 2005), dal maggio 2005 relativamente all'ultimo reato - sentenza n. 18 - commesso nel corso della detenzione, nient'affatto ostativa essendo la continuazione riconosciuta in sede esecutiva tra alcuni reati che, secondo l'opinare difensivo, avrebbe dovuto comportare l'inclusione delle relative condanne in un cumulo unitario in ossequio al principio del favor rei.

L'anzidetta richiesta - proseguono i giudici - formulata sul presupposto erroneo che i delitti uniti in continuazione costituiscano un unico reato è manifestamente infondata, risultando in palese contrasto con il principio cardine dell'esecuzione penale secondo cui la pena non può precedere il reato ma solo seguirlo e che è alla base della necessaria formazione di cumuli differenti con computo separato per ciascuno di essi delle detrazioni che a vario titolo devono essere operate e con eventuale applicazione, prima sui cumuli parziali e poi su quello finale".

Pertanto il ricorso presentato da Belforte è stato dichiarato inammissibile con la condanna per il boss al pagamento di 2mila euro in favore della cassa delle ammende.

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