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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Bancarotta industrie della seta, processo al capolinea

Conclusa la fase dibattimentale per 12 imputati coinvolti nel fallimento della Nova

Volge alle battute finali il processo per la bancarotta fraudolenta delle industrie seriche dell'imprenditore casertano Massimo Alois, fratello dell'ex assessore regionale ed ex vicesindaco di Caserta Gianfranco Alois.

Con Massimo Alois sono finiti alla sbarra - dinanzi al collegio presieduto dal giudice Di Girolamo, presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere - Michele Alois, 81enne di Caserta; Carlo Irace, 59enne di Napoli; Rosaria Simona Scaccabarozzi, 52 anni di Lecco; Raffaele Aglione, 61enne di Caserta; Antonio Pennino, 53enne di Napoli; Massimo Della Gatta, 52 anni di San Cipriano d'Aversa; Antonio De Negri, 88 anni di Caserta; Andrea Sabelli, 59 anni di Roma; Catello Curci, 55 anni di Maddaloni; Mario Morgillo, 51 anni di Santa Maria a Vico; Anthony Lettieri, 57 anni di Pontelatone. Tutti, secondo l'accusa, avrebbero svolto un ruolo nella bancarotta fraudolenta della società Nova srl, di Massimo Alois.

In particolare, secondo la ricostruzione della Procura, gli imputati, a vario titolo, avrebbero distratto dal patrimonio della Nova alcuni beni ed attrezzature nonostante la società fosse stata dichiarata fallita dal Tribunale sammaritano. Dopo aver costituito la società Centro tessile Meridionale (CTM), di fatto amministrata dallo stesso Massimo Alois e destinata a succedere alla Nova, Massimo Alois e Carlo Irace avrebbero effettuato un'operazione di scorporo dell'Industrie Tessili Alois (ITA) mediante la sua trasformazione da società di produzione in holding di partecipazione di Nova, di cui fissavano la sede sociale a Sondrio.

Nel capoluogo lombardo riuscivano ad ottenere la nomina di Scaccabarozzi come perito di fiducia attestando un valore aziendale ritenuto sensibilmente inferiore in modo da poter alienare i beni aziendali di Nova ad un costo molto inferiore. In questo modo i due opifici di Sala e Briano, utilizzati fino al 2006 per la produzione di seta, venivano venduti a Della Gatta (cognato di Massimo Alois) per un prezzo di 1,8 milioni di euro, un prezzo ritenuto per l'accusa (tesi non condivisa dal collegio dei difensori) inferiore di almeno 3 milioni rispetto a quello reale. Successivamente gli impianti e le attrezzature di Nova sarebbero stati spostati presso lo stabilimento CTM di Gricignano in modo da rallentare la produzione di seta e portare la Nova al fallimento.

Oltre alla bancarotta per distrazione tra le accuse mosse c'è anche la bancarotta preferenziale, cioè di aver preferito alcuni creditori ad altri, in barba alla "par condicio creditorum". Tra le società pagate ci fu anche la Cortis srl, dello stesso Massimo Alois, che ricevette un pagamento di circa 300mila euro dalla Nova.

Nel corso dell'udienza di ieri sono stati escussi alcuni consulenti che hanno chiuso la fase dibattimentale. Il giudice Di Girolamo ha rinviato al 12 dicembre per l'acquisizione al fascicolo dibattimentale di atti documentali prima delle conclusioni con la requisitoria del pubblimo ministero e le arringhe delle difese. Nel collegio difensivo fanno parte gli avvocati: Bruno Botti, Alberto Barletta, Alberto Martucci, Alberto Zaza d'Aulisio, Roberto Guida, Alfonso Furgiele, Renzo Pinos, Nicola Leone, Federico Simoncelli, Claudio Sgambato, Giuseppe Stellato e Tania Palmieri.

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