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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Arrestato il superlatitante Raffaele Diana. Si nascondeva in un bunker di cemento

Casal di Principe - Ancora un altro successo da parte delle forze dell'ordine in merito alla cattura di personaggi di spicco della camorra casertana. Alle ore 17 circa di ieri, gli agenti della Questura di Caserta con l'ausilio di personale del...

Ancora un altro successo da parte delle forze dell'ordine in merito alla cattura di personaggi di spicco della camorra casertana. Alle ore 17 circa di ieri, gli agenti della Questura di Caserta con l'ausilio di personale del reparto prevenzione crimine Toscana e di contingenti di rinforzo dell'esercito, hanno stretto d'assedio la zona circostante la via Torino di Casal di Principe. A seguito di intensa attivita' investigativa posta in essere dalla Squadra Mobile di Caserta, diretta dal vice questore Rodolfo Ruperti, era stato individuato uno dei covi del superlatitante Raffaele Diana classe 53.
L'uomo si nascondeva in un bunker ricavato nel sottoscala di un'abitazione ubicata alla via Torino di Casal di Principe. Il proprietario della casa, un insospettabile operaio incensurato, il 44enne Paolo Landolfi, tratto in arresto per favoreggiamento aggravato, aveva costruito il nascondiglio occultandone l'accesso con una scarpiera basculante. Gli uomini della Squadra Mobile hanno perquisito contemporaneamente diverse abitazioni, benche' in alcune fossero momentaneamente assenti i proprietari per cui e' stato necessario sfondare alcune porte e alcune finestre.
Gli agenti avevano concentrato la loro attenzione su quella del Landolfi perche' presentava una anomala differenza di spazi tra il sottoscala e la scarpiera che vi era stata artigianalmente ricavata. Insospettitisi gli agenti armati di palo di ferro e di tanta tenacia hanno cosi' iniziato a buttar giu' l'intero sottoscala fino a quando non e' apparso il Diana Raffaele che si e' subito arreso nonostante fosse armato di ben due pistole perfettamente efficienti e complete di numeroso munizionamento.
Una delle due pistole e' addirittura dotata di silenziatore (il particolare la dice lunga sullo stile di vita del pericoloso boss). Raffaele Diana e Paolo Landolfi, dichiarati in arresto, sono stati subito fatti salire a bordo delle vetture di servizio. Alla scena ha assistito una folla di casalesi raccoltisi in strada probabilmente perche' attirati dalla curiosita' per la massiccia presenza della polizia.
Raffaele Diana, uno dei capi storici del clan dei casalesi, inserito nell'elenco dei primi 30 latitanti piu' pericolosi, era latitante dal 2004 ed era stato condannato all'ergastolo nell'ambito del processo Spartacus insieme ai coimputati Francesco Schiavone, Francesco Bidognetti, Michele Zagaria e Antonio Iovine, dopo tre giorni di camera di consiglio, dalla corte di assise di appello di Napoli. In primo grado, i giudici della corte di assise di Santa Maria Capua Vetere avevano comminato a 16 imputati altrettanti ergastoli. Quei 16 ergastoli sono stati tutti confermati.
In particolare, ergastolo con isolamento diurno per due anni per i boss Francesco Bidognetti, detto 'cicciotto e mezzanotte', Francesco Schiavone, 54 anni, detto sandokan, il cugino omonimo, di 55 anni detto 'cicciariello', Walter Schiavone, Antonio Iovine, Giuseppe Caterino e Vincenzo Zagaria. Ergastolo, con isolamento diurno per un anno e mezzo per Cipriano D'Alessandro e Raffaele Diana. Ergastolo con isolamento diurno per tre mesi per enrico martinelli e Alfredo Zara. Ergastolo anche per Mario Caterino, Giuseppe Diana, Sebastiano Panaro, Luigi Venosa e Michele Zagaria.
Alla pena di 30 anni di reclusione erano stati invece condannati Pasquale Apicella e Giuseppe Russo. Ventuno anni di reclusione per antonio basco, 16 per Luigi Diana, 15 per Dario De Simone e Nicola Pezzella, 14 per Franco Di Bona, 10 anni e mezzo per Carmine Schiavone, 9 per Guido Mercurio, 8 per Corrado De Luca, 4 per Alberto Di Tella e Giuseppe Quadrano, 3 anni e 3 mesi per Vincenzo Della Corte e 2 per Vincenzo Schiavone, il quale ha ricevuto il beneficio della sospensione condizionale della pena.

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