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Cronaca

Raid contro nigeriani a Castelvolturno: si segue pista che porta ai casalesi

(Castelvolturno) Proseguono le indagini per risalire agli autori del raid compiuto l'altra sera contro una famiglia di nigeriani residenti a Castelvolturno. Secondo le forze dell'ordine a ferire a colpi di mitra i cinque cittadini della Nigeria...

(Castelvolturno) Proseguono le indagini per risalire agli autori del raid compiuto l'altra sera contro una famiglia di nigeriani residenti a Castelvolturno. Secondo le forze dell'ordine a ferire a colpi di mitra i cinque cittadini della Nigeria, residenti da oltre dieci anni in Italia, sarebbero stati i Casalesi. L'agguato nella tarda serata: quattro uomini con il volto coperto da caschi, armati di kalashnicov e pistole, hanno fatto irruzione nella villetta di via Cesare Battisti nella quale abita la famiglia. Il commando, arrivato in sella di due scooter, è entrato nella casa dove vi erano riunite circa dieci persone e ha fatto fuoco. I proiettili hanno raggiunto cinque persone, tra cui una donna e due uomini ancora in prognosi riservata.
Secondo quanto ricostruito da polizia e carabinieri, l'appartamento era abitato da marito, moglie e tre figlie adolescenti. Lui, Teddy Egonwman, è il presidente dell'associazione dei nigeriani campani e promotore di iniziative anti-prostituzione. La moglie, invece, gestisce un negozio di prodotti etnici mentre le ragazze frequentano il liceo scientifico della vicina Mondragone. Nelle scorse settimane la famiglia aveva dato vita a una serie di ronde notturne per scoraggiare le connazionali a prostituirsi sulla strada Domiziana.
Secondo gli inquirenti il raid sarebbe stata un'azione dimostrativa rivolta alla famiglia Egonwman da alcuni esponenti dei Casalesi. Due le piste seguite: un avvertimento per affermare la propria 'supremazia' sul territorio oppure il mondo della droga.

Ma gli inquirenti stanno verificando anche la pista che porta alla sparatoria avvenuta al bar 'Kubana Club' di Castelvolturno in cui sono stati uccisi due immigrati albanesi, Ziber Dani, di 40 anni e Arthur Kazani, di 36 anni, quest'ultimo denunciato in passato per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

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