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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Fiumi di droga e business da 15 milioni: dietro il gruppo criminale Casalesi e mafia nigeriana

Sequestrati oltre 250 chili di stupefacenti, il sodalizio utilizzava anche i 'corrieri ovulatori'

Un gruppo criminale attivo in diverse parti d’Italia, la ‘mano’ del clan dei Casalesi e quella della mafia nigeriana, centinaia di chili di droga venduti. Sono i contorni dell’indagine della Direzione distrettuale antimafia e dalla procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, che ha portato, questa mattina, all’arresto di 24 persone. Per 10 soggetti si sono aperte le porte del carcere, per tre sono stati disposti i domiciliari, per altri 11 la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di ingenti quantità di stupefacenti, in particolare eroina Nel corso delle indagini, oltre ai sequestri operati, è stato tracciato e contestato agli indagati un traffico di circa 250 chilogrammi di sostanza stupefacente, immessa sul territorio nazionale, per un valore di mercato al dettaglio stimato in 15 milioni di euro.

Le indagini

L’attività investigativa è cominciata nel 2023. Indagini che fanno seguito ad altre già portate a termine nell’estate del 2022, che avevano portato a misure cautelari per 45 soggetti, oltre al sequestro di 24 chili di eroina e 150.000 euro in contanti. Altra ‘scintilla’ è l'arresto di tre cittadini nigeriani eseguito tra febbraio e marzo 2023 a Terontola e Sinalunga, trovati in possesso di oltre 1,5 chili di eroina: questo ha permesso di ricostruire una rete di connazionali, residenti a Perugia e cittadini italiani, in grado d'importare sul capoluogo umbro notevoli quantità di stupefacente dall'estero. Le indagini sono state condotte con intercettazioni che hanno permesso di svelare il linguaggio segreto usato dal gruppo criminale e caratterizzato da regole ben definite e rigide e attraverso le tradizionali attività di indagine quali osservazioni e pedinamenti.

Il gruppo criminale

Il gruppo, unitario e piramidale, era solito utilizzare come base logistica un'abitazione presa in affitto nel centro di Perugia presso la quale sarebbero stati "stoccati" e "rivenduti", in pochi mesi, centinaia di chili di droga. Una volta ricevuto il carico di stupefacenti, presso l'immobile iniziava un vero e proprio "viavai" di altri connazionali i quali, a loro volta e con compiti ben definiti, acquistavano considerevoli quantità di sostanza che poi veniva venduta al dettaglio attraverso di decine di pusher; proprio l'impiego di questi ultimi, utilizzati anche come vettori, consentiva quotidianamente di alimentare le "piazze di spaccio" non solo dell'Umbria ma anche quelle della Campania, delle Marche e della Toscana. I corrieri, al fine di eludere eventuali investigazioni, nel tempo avevano adottato le più disparate tecniche di occultamento; i diversi fermi operati consentivano di rinvenire stupefacente in fusti di detersivo, all'interno di confezioni sigillate di succhi di frutta, all'interno di pneumatici, tra la spesa di generi alimentari e poche volte occultati sulla persona. In più circostanze è stato accertato anche il ricorso alla pericolosissima tecnica dell'impiego dei "corrieri ovulatori": in un caso, addirittura, è stato monitorato un soggetto (poi arrestato) che aveva ingoiato 42 involucri di eroina, trasportando così quasi mezzo chilogrammo di sostanza.

Data la rilevanza dei quantitativi trattati e del conseguente ingente valore delle singole partite, l'associazione disponeva anche di un "chimico" deputato a testare le qualità dello stupefacente attraverso appositi reagenti e attrezzatura da laboratorio, prima di dare l'assenso alla conclusione dell'affare. Il principale canale di rifornimento dello stupefacente per l'associazione era il nord Europa.

Clan dei Casalesi e mafia nigeriana

Dall'elaborazione delle informazioni raccolte sono stati testimoniati collegamenti tra l'associazione criminale di matrice nigeriana ed esponenti della criminalità organizzata campana con particolare riferimento ad un soggetto di vertice del "clan dei Casalesi", con specifiche attribuzioni di compiti e funzioni per lo smercio del pericoloso oppiaceo, anch'esso destinatario di misura cautelare in carcere. A quest'ultimo il provvedimento cautelare è stato notificato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, dove lo stesso si trova ristretto per il reato di estorsione. L'uomo, esponente apicale del clan, era da poco tornato in libertà dopo aver scontato una pena detentiva di oltre 20 anni a seguito di condanne per reati associativi e gravi fatti di sangue.

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